6ª DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA – ANNO C
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Canto
Atto penitenziale
Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo la benedizione di Dio nostro Padre perché questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.
Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva.
Gloria a te, o Signore.
Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della Chiesa nel lavacro dell’acqua con la parola della vita.
Gloria a te, o Signore.
Spirito, gloria a te, che dalle acque del Battesimo ci fai riemergere come primizia della nuova umanità.
Gloria a te, o Signore.
Il prete prende l’aspersorio e asperge se stesso e i ministri, poi il clero e il popolo.
Dio onnipotente ci purifichi dai peccati e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno nei secoli dei secoli. Amen.
Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo
e non vi ritornano senza irrigare
e far germogliare la terra,
così ogni mia parola non ritornerà a me
senza operare quanto desidero,
senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni mia parola
(2 volte)
Gloria
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora in coloro che ascoltano la tua parola e la mettono in pratica, manda il tuo santo Spirito, perché ravvivi in noi la memoria di tutto quello che Cristo ha fatto e insegnato. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 15,1-2.22-29
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro, fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba: Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce, queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle carni offerte agli idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal salmo 66 (67)
Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.
Seconda Lettura Ap 21,10-14.22-23
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui. (Gv 14,23)
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 14,23-29
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.
Lo Spirito Santo
egli v’insegnerà
ogni cosa
La nostra preghiera di oggi
Se custodiamo in noi la parola e la seguiamo, diventa parola viva e abita in noi insieme al Padre che l’ha mandata. Dal nostro intimo nasca la preghiera comune: Vieni, santo Spirito.
- Lo Spirito guida la Chiesa nell’unità e nella comunione:
– Vieni, santo Spirito, e trasforma le nostre divisioni in comunione. - Lo Spirito ha aperto la Chiesa a tutte le genti:
– Vieni, santo Spirito, e apri le nostre comunità all’accoglienza. - Lo Spirito rinnova in noi la speranza della nuova Gerusalemme:
– Vieni, santo Spirito, e vinci le nostre delusioni. - Lo Spirito che il Padre manderà ci insegnerà ogni cosa:
– Vieni, santo Spirito, e illuminaci alla conoscenza della Parola. - Lo Spirito che il Padre manderà si chiama Consolatore:
– Vieni, santo Spirito, e rendici solidali con chi soffre. - Lo Spirito rende presente il dono della pace:
– Vieni, santo Spirito, e riunisci l’umanità in un solo popolo. - Lo Spirito rende presente in mezzo a noi il Corpo e il Sangue di Cristo:
– Vieni santo Spirito e accompagna i 16 ragazzi che oggi per la prima volta se ne cibano. - Lo Spirito ci fa contemplare la città santa dove ci ritroveremo con Tiziano, Fiorella e tutti i nostri fratelli e sorelle defunti:
– Vieni, santo Spirito, e donaci la speranza della vita eterna.
(Tutti): Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro, per lo Spirito santo che fai abitare nei nostri cuori, e che mantiene vivo in noi il ricordo del tuo Figlio fino alla sua venuta nella gloria. Egli è Dio e vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Alleluia. (Gv 14,23)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Il libro dell’Apocalisse, che stiamo leggendo in queste domeniche, presenta la visione dello sbocco della storia e dell’umanità: è l’annuncio del pieno compimento sia delle promesse fatte a Israele, sia del Regno inaugurato da Gesù. Si vedano per intero i capitoli 21 e 22 dell’Apocalisse.
Le letture di Domenica prossima, festa dell’Ascensione
Atti 1, 1-11; Salmo 47; Lettera agli Ebrei 9, 24-28; 10, 19-23; Luca 24, 46-53
Lo Spirito santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto
Le parole di Gesù, che adesso stiamo per commentare, sono di estrema importanza. Se comprese, cambiano radicalmente il nostro rapporto con Dio e, di conseguenza, con i fratelli. Vediamole.
Gesù sta rispondendo a Giuda, non l’Iscariota, che gli ha chiesto “come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?”. Giuda si rivolge a Gesù come i suoi fratelli che dicevano: “Se fai queste cose manifesta te stesso al mondo”; non capiscono come mai Gesù non si manifesti alla gente in maniera straordinaria e spettacolare.
Ed ecco l’importante risposta di Gesù, “«Se uno mi ama, osserverà la mia parola»”, osservare la parola di Gesù significa aver riconosciuto in questa parola la forza creatrice di Dio, e in questa parola, la risposta di Dio al desiderio di pienezza di vita che ogni persona si porta dentro.
Come risposta di Dio a questa adesione a Gesù, “«Il Padre mio lo amerà»”, ed ecco la novità straordinaria, “«e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui»”. Il Dio di Gesù non è un Dio che assorbe l’uomo per sé, ma è il Dio che lo potenzia; è un Dio talmente innamorato degli uomini, che chiede di essere accolto nella loro vita per fondersi con loro e potenziarne, dilatarne, la loro capacità d’amore.
L’uomo non va in cielo, ma è il cielo che viene ad abitare nell’uomo e rende ogni uomo, ogni comunità, l’unico vero santuario nel quale si manifesta l’amore di Dio per tutta l’umanità. L’evangelista qui sta ricordando quanto già aveva scritto all’inizio del suo Vangelo, nel Prologo, “Dio ha posto la sua tenda fra noi”. Ogni creatura, ogni persona, è questo santuario.
Questa non è una promessa per l’aldilà, ma una risposta del Padre a quanti danno adesione a Gesù. Chi non lo ama non osserva le sue parole perché non riconosce in queste parole la forza creatrice e “«la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.»”, assicura Gesù.
Il Padre di Gesù continua la sua stessa azione creatrice, attraverso opere che comunicano vita all’uomo. E poi ecco la promessa di Gesù, la promessa della venuta del Paràclito, termine greco che indica colui che aiuta, colui che va in soccorso, ed è l’attività dello Spirito Santo, Spirito che viene chiamato “Santo”, non tanto per la qualità, quanto per la sua attività, che è quella di santificare, cioè separare le persone dalla sfera del male.
L’azione dello Spirito nel credente e nella comunità, qual è? «Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto»”. La parola di Gesù e il suo messaggio sono talmente grandi, talmente enormi, che l’uomo con i suoi limiti non può comprenderli in una sola volta, in una sola esperienza, ma, man mano che accoglie questa parola e la traduce in opere che comunicano vita agli altri, si allarga, si dilata la sua capacità d’amore e permette a questa parola di essere sempre più compresa.
Gesù assicura che la funzione dello Spirito nella sua comunità non è quella di annunziare un nuovo messaggio, ma di ricordare e di far prendere coscienza della potenza di questo messaggio. Gesù assicura che, di fronte ai nuovi bisogni, alle nuove situazioni, alle nuove emergenze che avverranno nella sua comunità, lo Spirito Santo saprà dare sempre nuove risposte ai nuovi bisogni.
Poi Gesù conclude dicendo “«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»”, era il saluto abituale, “«non come la dà il mondo»”, cioè nel mondo si dava questo saluto, si salutava così chi partiva, invece è Gesù che parte che dà questa felicità ai suoi e chiede di non avere timore, di lasciar spazio all’amore, che prenda il posto del timore.
Perché? Perché dice, “«Se mi amaste vi rallegrereste che io vado al Padre»”. Gesù non pensa alle sue sofferenze, ma al bene dei suoi. Pensa già al bene che verrà dalla sua morte, dal dono della sua vita e dalla comunicazione dello Spirito ai suoi.
E poi, ecco l’avvertimento finale. “«Ve l’ho detto ora prima che avvenga»”. Che avvenga cosa? Il momento drammatico della cattura di Gesù, catturato come un bandito, come un malfattore, il momento drammatico del suo processo, condannato come un bestemmiatore; il momento drammatico della sua esecuzione, ucciso come un criminale, come un maledetto da Dio.
Ebbene Gesù dice: “«Vi dico tutto questo prima che avvenga perché, quando avverrà, voi crediate»”, cioè continuiate a credere in Gesù, il figlio di Dio. Credendo in Gesù la smetteranno di credere nel sommo sacerdote, credendo in Gesù la smetteranno di credere nell’istituzione religiosa e potranno aprirsi a questa grande realtà di un Dio che non è lontano, non è separato, ma chiede di abitare negli uomini; un Dio che non chiede più di vivere per lui, ma di vivere di lui con lui e come lui.
P. Alberto Maggi OSM