5ª DOMENICA DEL TEMPO DI PASQUA – ANNO C
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Canto
Atto penitenziale
Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo la benedizione di Dio nostro Padre perché questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.
Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva.
Gloria a te, o Signore.
Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della Chiesa nel lavacro dell’acqua con la parola della vita.
Gloria a te, o Signore.
Spirito, gloria a te, che dalle acque del Battesimo ci fai riemergere come primizia della nuova umanità.
Gloria a te, o Signore.
Il prete prende l’aspersorio e asperge se stesso e i ministri, poi il clero e il popolo.
Dio onnipotente ci purifichi dai peccati e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno nei secoli dei secoli. Amen.
Come la pioggia e la neve scendono giù dal cielo
e non vi ritornano senza irrigare
e far germogliare la terra,
così ogni mia parola non ritornerà a me
senza operare quanto desidero,
senza aver compiuto ciò per cui l’avevo mandata.
Ogni mia parola, ogni mia parola
(2 volte)
Gloria
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
O Padre, che tutto rinnovi nel tuo Figlio glorificato, fa’ che mettiamo in pratica il suo comandamento nuovo e così, amandoci gli uni gli altri, ci manifestiamo al mondo come suoi veri discepoli. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura At 14,21b-27
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni».
Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal salmo 144 (145)
Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.
Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Rit. Alleluia, alleluia, alleluia.
Seconda Lettura Ap 21,1-5a
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più.
E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo.
Udii allora una voce potente, che veniva dal trono e diceva:
«Ecco la tenda di Dio con gli uomini!
Egli abiterà con loro
ed essi saranno suoi popoli
ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio.
E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi
e non vi sarà più la morte
né lutto né lamento né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
E Colui che sedeva sul trono disse: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo
Alleluia, alleluia.
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore: come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. (Gv 13,34)
Alleluia, alleluia.
VANGELO Gv 13,31-33a.34-35
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
Credo.
Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
Credo.
Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
Credo.
Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.
Amatevi
come io
vi ho amato
La nostra preghiera di oggi
Rivolgiamo al Padre la nostra fiduciosa preghiera: egli che nella Pasqua ci ha dato nel Figlio il sacramento di salvezza per tutti, doni la sua benedizione e la sua pace al mondo intero. Preghiamo insieme e diciamo: Guidaci sempre nel tuo amore, o Signore!
- Padre che riunisci la tua Chiesa: tu sai quanto è difficile amarci gli uni gli altri come ci ha amati il tuo Figlio Gesù:
– apri i nostri cuori all’amore fraterno. - Padre del cielo e della terra: suscita in coloro che sono chiamati a governare il nostro paese il senso della giustizia e del bene comune:
– fa’ che non cerchino mai il proprio interesse, ma sappiano riconoscere nell’amore e nella pace l’aspirazione più grande dell’umanità. - Padre di giustizia, tuo Figlio ha insegnato come il lavoro non sia fatto per arricchirci ma per il pane quotidiano:
– sostieni con la tua provvidenza chi ha perso il lavoro e vive nella precarietà e donaci la saggezza di costruire una società basata su una economia solidale. - Padre di tenerezza:
– preparaci ad accogliere i doni del tuo Spirito, suscita in noi la carità autentica e fedele, fa’ che risorgiamo con te per la vita senza fine. - Padre di comunione 14 ragazzi della nostra comunità oggi si cibano per la prima volta del Pane di Vita:
– questo dono rafforzi il loro desiderio di conoscerti e seguirti. - Padre del mondo nuovo che verrà nella gloria:
– affretta il giorno del ritorno del tuo Figlio Gesù; ogni evento sia da noi vissuto nella novità della risurrezione e ricordati di Meri e di tutti i nostri fratelli defunti.
(Tutti): Gesù, che ti sei fatto solidale con l’uomo e lo chiami a seguirti con cuore indiviso, accogli la nostra povertà e suscita in noi una risposta sempre più generosa alla ricchezza del tuo amore. Tu buon Pastore che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
«Come io ho amato voi, così anche voi amatevi gli uni gli altri», dice il Signore. Alleluia. (Gv 13,34)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella Bibbia: Nel Vangelo di oggi, Gesù annuncia la sua “ora”: non sempre, nella vita personale, è facile leggere e capire il significato delle ore e dei momenti che la caratterizzano. Leggiamo, nel capitolo 12 del Vangelo di Giovanni, lo smarrimento e la ricerca dei discepoli, immagini di tante difficoltà anche nostre sul piano della fede. Gesù accoglie così noi e tutti i suoi discepoli.
Letture di domenica prossima, VI di pasqua
Atti 15,1-2.22-29; Salmo 67; Apocalisse 21,10-14.22-23; Giovanni 14,23-29
Il comandamento nuovo
(da “Ciò che conta è amare” di Carlo Carretto)
«Niente di nuovo sotto il sole» dicevano gli antichi e avevano ragione perché non conoscevano ancora l’unica novità che poteva spuntare sulla terra, l’unico uomo capace di far cose nuove: Gesù. Il vecchio adagio fu contraddetto da Gesù, perché Gesù è una cosa nuova sotto il sole, è l’unica novità possibile.
Anche nell’amore fu novità!
Difatti in antico si diceva: «amerai il prossimo come te stesso» ed era la perfetta logica.
All’uomo impegnato a realizzare l’antica legge, già così difficile dopo il peccato, Gesù rivela un altro tipo di amore che definisce gelosamente «il suo comandamento», che è di una dimensione non più umana ma divina e dice in tutto il suo splendore a quale altezza di perfezione vuole trascinarci: «Amerai come io ho amato» (Gv 13,34).
Era già complicato arrivare alla pari, no, Gesù ha gettato via il conto.
Amerai come io ho amato cioè fino al sacrificio, fino al dono totale di te.
Tutto il passato si era retto faticosamente sulla difesa della giustizia: uno a me e uno a te – uno schiaffo a me e uno schiaffo a te – un dente di meno a me, un dente di meno a te – un occhio cavato a me, un occhio cavato a te, ed ecco arrivare costui che grida: Ma io vi dico! E vediamo cosa dice: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi calunniano. A chi ti percuote su una guancia porgi anche l’altra e a chi ti prende il mantello non impedire di toglierti la tunica. Dà a chi ti chiede e a chi ti prende il tuo, non domandare restituzione» (Lc 6,27-30).
Il vangelo dovrebbe essere proibito: è un libro che dovrebbe essere vietato nei paesi civili, specie se difensori dell’ordine borghese costituito. È un libro scomodo per i pagani e più scomodo ancora per i cristiani. Siamo posti in una contraddizione continua e le sue tremende parole giudicano i secoli. Ci saranno teologi che disserteranno sulla giustezza della guerra, ci saranno santi che predicheranno la crociata, ci saranno cristiani che prenderanno le armi come una croce e si batteranno come se in faccia da sbudellare ci fossero dei fantocci di cartapesta.
Però…. attenti attenti: ho l’impressione che ci sia qualcosa di nuovo sotto il sole…
Amare al di là di ogni limite.
E invita noi a fare altrettanto; tutto il resto conta meno. Perché chiudersi in un cristianesimo giuridico e meschino, preoccuparsi di una casistica esasperante che non convince più nessuno invece di gettarsi giù dalla china verso tutti gli uomini con quel solo programma in croce!
Perché restare – dopo il passaggio di Gesù sulla terra – solo abbarbicati alla difesa della giustizia, quando la giustizia da sola non è più capace di salvarci!
È vero che abbiamo il «diritto di difenderci» ma non il «dovere» e possiamo benissimo rinunciare a questo margine del nostro campo per offrirlo all’amore, al perdono, alla pace, al dialogo con gli uomini.
Non è così?