2ª DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA – ANNO C
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Canto
Atto penitenziale
Signore, non abbiamo volto il nostro sguardo a contemplare gli orizzonti della tua promessa, chiudendoci nelle nostre meschinità: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo, non abbiamo accolto la testimonianza di fede dei nostri fratelli, chiudendoci nel nostro orgoglio: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, non siamo rimasti saldi alla roccia della tua parola e abbiamo dato ascolto a chi ci allontana dalla logica della croce: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Colletta
O Padre, che hai fatto risplendere la tua gloria sul volto del tuo Figlio in preghiera, donaci un cuore docile alla sua parola perché possiamo seguirlo sulla via della croce ed essere trasfigurati a immagine del suo corpo glorioso. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gn 15,5-12.17-18
Dal libro della Genesi
In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal salmo 26 (27)
Rit. Il Signore è mia luce e mia salvezza.
Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore?
Il Signore è difesa della mia vita:
di chi avrò paura?
Rit.
Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me, rispondimi!
Il mio cuore ripete il tuo invito:
«Cercate il mio volto!».
Il tuo volto, Signore, io cerco.
Rit.
Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
Rit.
Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi.
Spera nel Signore, sii forte,
si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
Rit.
Seconda Lettura Fil 3,17-4,1
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Lc 9,28b-36
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Mentre pregava,
il suo volto
cambiò d’aspetto.
Uscì una voce:
«Questi è il Figlio mio,
ascoltatelo».
La nostra preghiera di oggi
Sorelle e fratelli, come Gesù sul monte, eleviamo la nostra preghiera al Padre; egli accolga e trasfiguri in segno della sua gloria le nostre miserie e le nostre aspirazioni. Diciamo: Ci affidiamo a te, Padre della gloria!
- Il tuo Figlio salì sul monte a pregare per comprendere da te come essere fedele al tuo disegno d’amore;
– la preghiera della Chiesa sia sempre più il luogo dove essa scopre come esserti fedele nel mondo di oggi. - Il volto del tuo Figlio cambiò d’aspetto e mostrò la gloria della resurrezione che passa per la croce;
– il tuo Spirito infonda in noi la speranza che ci sostiene nei momenti della prova e ci guidi sulla via della pace. - I discepoli del tuo Figlio furono oppressi dal sonno;
– risveglia nei tuoi figli la fiducia nell’opera del tuo Spirito e la costanza nel cammino di conversione. - La tua voce sul monte ha indicato nel tuo Figlio colui che dobbiamo ascoltare;
– fa’ che sappiamo metterci in ascolto della Scrittura e della voce che sale da ogni nostro fratello che porta l’immagine del tuo volto. - Nel tuo Figlio hai mostrato il tuo disegno di salvezza;
– dona ad Alfonso, Luisa, Antonia e a tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti di partecipare alla tua gloria senza fine.
(Tutti): Signore Dio, nella nostra salita verso Gerusalemme, fa’ che camminiamo con perseveranza tenendo fisso lo sguardo su Gesù, l’autore della nostra fede sottoposto alla croce, ma risorto e vivente con te e lo Spirito santo nei secoli dei secoli. Amen.
Antifona alla comunione
Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo. (Mt 17,5).
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Sulla prospettiva della Trasfigurazione possiamo rileggere la seconda Lettera ai Corinzi cap. 3,12-18 e il capitolo 8 della Lettera ai Romani.
Le letture di Domenica prossima, Terza di Quaresima – anno C
Esodo 3,1-8.13-15; Salmo 102; 1Corinti 10,1-6.10-12; Luca 13,1-9
«prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni…»
Sono i tre apostoli che Gesù invita nei momenti particolarmente belli e particolarmente tristi della sua vita. Sono gli amici intimi ai quali ha rivelato le meraviglie della sua divinità (Lc 9,28) e l’angoscia della sua umanità (Mc 14,33).
La trasfigurazione è un atto di fede, è un gesto di fiducia che Gesù rivolge ai suoi amici e insieme una gioiosa accettazione con cui gli amici rispondono all’invito ricevuto dal Maestro. Dio si manifesta all’uomo sempre in un momento di amicizia, anzi crea prima l’amicizia con l’uomo per potergli poi rivelare la profondità dei suoi segreti.
Gesù si trasfigura, si manifesta cioè per quello che è, davanti agli amici, come si manifesterà dopo la risurrezione alle persone che lo amano e non ai suoi avversari. In questo modo la manifestazione di Dio non è mai un’imposizione, e la conversione della vita avverrà sempre in un clima di amore e non di forzatura.
I segreti di Dio, come i segreti dell’amore, vanno annunciati e proclamati dopo un cammino di conoscenza, dopo uno scambio di vita, dopo una donazione reciproca che ha fatto cadere ogni barriera. Fa parte di questo clima l’invito di Gesù fatto agli amici di non rivelare a nessuno la visione che avevano avuto (Mc 9,9).
Tutte le rivelazioni più grandi, tutte le manifestazioni di Dio, tutte le conoscenze che gli uomini hanno della divinità vengono accompagnate dalla prescrizione del silenzio, quasi a non violare il clima di intimità che viene creato da questi eventi straordinari.
La trasfigurazione è forse uno dei culmini di questa presenza di Dio; dunque non poteva sfuggire alla legge del segreto, potendo solo essere raccontata all’orecchio dell’amico, lontano da indiscrezioni o curiosità. L’incontro con Dio non viene gridato sulle piazze, non viene manifestato a tutti, ma trasmesso nell’intimità di un contatto personale, discreto e tranquillo. «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò a lui e cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20).
«beati i puri di cuore perché vedranno dio»
La trasfigurazione è l’annuncio della pasqua, è la conversione interiore che permetterà di prendere coscienza del cambiamento realizzato nel mondo dalla risurrezione del Signore.
La risurrezione di Gesù è stata operata dalla potenza del Padre,
ma è la fede del singolo che produce la visione capace di comprendere l’opera di Dio.
La trasfigurazione, come la risurrezione, è un’anticipazione del mondo nuovo, un preludio dell’esperienza finale della verità. L’esperienza della trasfigurazione, come lo sarà l’esperienza della risurrezione, è eccezionale, fuori dal mondo intelligibile, non è razionale e non è del mondo dei sensi.
Per vivere la trasfigurazione, tutto deve essere capovolto e trasformato, perché essa significa vedere Dio con gli occhi del cuore, non con gli occhi dell’intelligenza, a meno che non si tratti di un’intelligenza di amore: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» (Mt 5,8). Per vedere Dio già nel nostro mondo, per contemplare il bianco delle sue vesti, la trasparenza del suo volto, per ascoltare la parola che invita a seguirlo, è necessario chiudere i nostri sensi, aprire gli occhi del nostro spirito, passare dal visibile all’invisibile e penetrare la realtà e gli avvenimenti con gli stessi occhi di Dio.
«Beati i puri di cuore» significa giudicare il mondo con la stessa giustizia di Dio, che ha come fondamento l’amore e non accetta il legalismo degli scribi e dei farisei.
«Beati i puri di cuore» significa disporre di spazi infiniti e accettare l’idea che la nostra comunità o la nostra chiesa è già larga come il mondo, è già universale come Dio è universale.
«Beati i puri di cuore» significa che la verità di Dio non viene ristretta a quella che noi possediamo o a quella che noi difendiamo, spesso con la scusa di proteggere Dio dal sincretismo o dal relativismo, mentre in realtà ciò che ci spinge non è tanto il desiderio di proteggere Dio quanto di proteggere noi stessi e il nostro quieto vivere.
Questo evidentemente ci chiede una conversione, una vera trasformazione che capovolga i nostri pensieri e il nostro operare, e ci prepari il cuore ad accettare la pasqua come vero passaggio del Signore che cambia ogni uomo che si incontra con lui.
Arrigo Chierigatti