17ª DOMENICA T.O. – ANNO C

Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.

Canto


Atto penitenziale

Signore Gesù, quando troviamo consolazione solo nelle nostre ricchezze: abbi pietà di noi.
Signore, pietà.

Cristo Signore, quando dimentichiamo di essere stranieri e pellegrini sulla terra: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà.

Signore Gesù, quando non riconosciamo che tu sei l’unico ed eterno bene: abbi pietà di noi.
Signore, pietà.

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.

Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Dio, fonte della carità, che in Cristo tuo Figlio ci chiami a condividere la gioia del Regno,
donaci di lavorare con impegno in questo mondo, affinché, liberi da ogni cupidigia, ricerchiamo il vero bene della sapienza. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima Lettura    Qo 1,2; 2,21-23

Dal libro del Qoèlet
Vanità delle vanità, dice Qoèlet,
vanità delle vanità: tutto è vanità.
Chi ha lavorato con sapienza, con scienza e con successo dovrà poi lasciare la sua parte a un altro che non vi ha per nulla faticato. Anche questo è vanità e un grande male.
Infatti, quale profitto viene all’uomo da tutta la sua fatica e dalle preoccupazioni del suo cuore, con cui si affanna sotto il sole? Tutti i suoi giorni non sono che dolori e fastidi penosi; neppure di notte il suo cuore riposa. Anche questo è vanità!
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 89 (90)

Rit. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
Rit.
Tu li sommergi: sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
Rit.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
Rit.
Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.
Rit. Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.

 

Seconda Lettura    Col 3,1-11

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.
Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato.
Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo         Mt 5,3

Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia, alleluia.

VANGELO  Lc 12,13-21

Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. (si china il capo) Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

 

Tenetevi lontano
da ogni cupidigia…
non accumulate
tesori.

 

 

La nostra preghiera di oggi

Fratelli e sorelle, la Parola di Dio ci invita a non confidare sulle assicurazioni delle nostre ricchezze, poiché nostra forza e nostra gioia è il Signore. Chiediamo al Signore il dono della vera povertà:

Tu sei la nostra vita, Signore!

  • Signore, sostieni la Chiesa
    – affinché illuminata dalla tua parola non allontani il suo cuore dai poveri.
  • Rendici coscienti che la nostra vita è nascosta con Cristo in Dio
    – e tieni lontano da noi l’orgoglio, l’arroganza e la diffidenza, dilata il nostro cuore alla comunione fraterna.
  • Libera i credenti in te da ogni intolleranza e durezza, da ogni incomprensione e chiusura reciproca.
    – Per tutti i cristiani, per il popolo di Israele e per le genti dell’Islam, perché ripudiata ogni violenza siano testimoni della tua unicità.
  • La carità ci spinga a perdere le ricchezze non essenziali:
    – il possesso delle cose non sia motivo di divisione, ma strumento di condivisione per arricchirci davanti a Dio.
  • La tua compassione ci renda capaci di accoglienza degli immigrati e di tutti coloro che sono emarginati e oppressi,
    – per riaffermare e difendere la loro dignità.
  • Venga presto il tuo giorno di gloria
    – e ravviva la comunione fra Pietro, Roberta e coloro che hai chiamato a te da questa vita e noi che ti confessiamo ancora sulla terra.

(Tutti): Ti rendiamo grazie Signore, Padre nostro, per il tuo Figlio Gesù Cristo; egli da ricco che era si è fatto povero per arricchirci della vita che viene da te: per lui, con lui e in lui rendiamo lode a te, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:

«Fatevi un tesoro sicuro nei cieli», dice il Signore. (Lc 12,33)

 

Comunione

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella Bibbia: preoccupazioni vane e veri tesori in Giobbe 28; Salmo 36; Sapienza 9,1-18; Matteo 6,19-21; 13,18-46; Luca 21,34-36; Filippesi 3-4; Prima lettera di Pietro 5,5-11.

Letture di domenica prossima, XIX del tempo ordinario – anno C

Sapienza 18,3.6-9; Salmo 33; Ebrei 11,1-2.8-19; Luca 12,32-48

Non arricchirsi
Per il cristiano l’unico bene in sé desiderabile è il Signore e il suo Regno. L’avere di più in sé, il di più perché è di più, è una scelta che non può collocarsi in alcun modo in un orizzonte di fede. Usiamo dunque i termini ‘ricchez­ze’ e ‘arricchirsi’ non per indicare grandi ricchezze, ma semplicemente il possesso di beni e l’attività per accrescere i beni posseduti: e si ricordi che ‘beni’ possono essere ‘co­se’, ma oggi in generale indicano il denaro o il suo equiva­lente (titoli, azioni, obbligazioni etc.).
Occorre qui ricordare due obiezioni oggi ricorrenti: l’o­biezione teologica e quella economica. Già le conosciamo, ma è bene richiamarle molto brevemente. Obiezione teolo­gica: Dio ci ha comandato di lavorare duramente e di far fruttificare la terra. Oggi chi riesce ad avere di più, o co­munque si sforza a questo scopo, risponde alla chiamata divina. L’etica degli affari o l’etica del successo, che si sta diffondendo in tutto il mondo industrializzato, sono collegate a questo principio tramite la tradizione teologica di matrice calvinista, emigrata nel Nord America coi padri fondatori. La risposta è questa: il ‘comando’ (che poi, in un’esegesi rigorosa, non è tanto un comando quanto un dono) si inserisce nel progetto globale di Dio per il creato, e quindi va letto a partire dalla logica e dalla giustizia del Regno: i frutti della terra non sono un bene in sé; sono invece uno strumento necessario per perseguire il Regno di Dio e la sua giustizia. Il successo economico del singolo non ha alcun significato morale al di fuori dello scopo per cui lo si cerca; spesso ha anzi un significato negativo, quando venga ottenuto a spese delle necessità di altri.
Obiezione economica: la ricerca del vantaggio economi­co da parte del singolo agente è la base del progresso eco­nomico, è la molla che spinge all’impegno. Dal lato del­l’investitore, interessi e dividendi stimolano a investire, e quindi ad aumentare produzione, produttività, occupazio­ne, beni disponibili per la comunità. Dal lato dell’impren­ditore, la ricerca del massimo profitto stimola alla diminu­zione dei costi, al progresso tecnologico, a presentarsi sul mercato nelle condizioni migliori possibili e quindi col mi­glior rapporto qualità/prezzo, a tutto vantaggio della co­munità degli acquirenti.
La risposta a questa obiezione la indichiamo qui quattro punti essenziali.
–  La concorrenza, e cioè la necessità di impegno sul mercato, porta inevitabilmente a un’accumulazione progres­siva che distrugge il mercato come luogo ideale di concor­renza. Il mercato libero e la concorrenza fra disuguali con­duce non al miglior prodotto o alla maggiore produzione o a un equo rapporto qualità/prezzo: conduce al dominio,
e quindi all’arbitrio, del più forte a spese del più debole.
–  Le nuove tecnologie fanno sì che non vi sia un rap­porto lineare (proporzionale) fra investimento e occupa­zione, e neppure fra investimento e produzione: riducendo drasticamente l’occupazione, si può produrre a costi tanto bassi da rendere svantaggioso l’aumento della produzione quando vi sia un forte aumento di produttività.
–  L’investimento, proprio per la logica che l’obiezione intende difendere, non è mai mirato direttamente a pro­durre beni necessari o utili alla comunità, ma a produrre beni che massimizzino il profitto, utili o non utili che essi siano; il controllo dei media è capace di indurre bisogni di beni del tutto inutili.
–  In particolare tale investimento, all’interno della sua logica, non può in alcun modo tener conto delle necessità della famiglia umana e in specie della necessità di salva­guardare l’ecosistema. Il come si produce e il che cosa si produce può incidere pesantemente sulla qualità della vita delle generazioni future.
Tutto ciò si eviterebbe se investitori e imprenditori aves­sero di mira la soddisfazione di bisogni reali della comunità e non primariamente la massimizzazione del profitto. E con ciò si ritorna alla perversione dell’aver di più non co­me strumento di bene per la comunità, ma come bene in sé a spese della comunità.
Enrico Chiavacci