SANTA FAMIGLIA – ANNO B

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Canto

 

Atto penitenziale

Signore Gesù, tu sei la salvezza di Dio: vieni a salvarci dai nostri peccati e abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

Cristo Signore, tu sei la luce per illuminare le genti: vieni a illuminare le nostre tenebre e abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!

Signore Gesù, tu sei la gloria del tuo popolo: vieni a dimorare in mezzo a noi e abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.

Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Dio, nostro creatore e Padre, tu hai voluto che il tuo Figlio crescesse in sapienza, età e grazia nella famiglia di Nazaret; ravviva in noi la gioia per il dono e il mistero della vita, perché diventiamo partecipi della fecondità del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima Lettura    Gn 15,1-6;21,1-3

Dal libro della Genesi
In quei giorni, fu rivolta ad Abram, in visione, questa parola del Signore: «Non temere, Abram. Io sono il tuo scudo; la tua ricompensa sarà molto grande».
Rispose Abram: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli e l’erede della mia casa è Elièzer di Damasco». Soggiunse Abram: «Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede». Ed ecco, gli fu rivolta questa parola dal Signore: «Non sarà costui il tuo erede, ma uno nato da te sarà il tuo erede».
Poi lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».
Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia. […]
Il Signore visitò Sara, come aveva detto, e fece a Sara come aveva promesso. Sara concepì e partorì ad Abramo un figlio nella vecchiaia, nel tempo che Dio aveva fissato. Abramo chiamò Isacco il figlio che gli era nato, che Sara gli aveva partorito.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 104 (105)

Rit. Il Signore è fedele al suo patto.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere.
A lui cantate, a lui inneggiate,
meditate tutte le sue meraviglie.
Rit.
Gloriatevi del suo santo nome:
gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e la sua potenza,
ricercate sempre il suo volto.
Rit.
Ricordate le meraviglie che ha compiuto,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca,
voi, stirpe di Abramo, suo servo,
figli di Giacobbe, suo eletto.
Rit.
Si è sempre ricordato della sua alleanza,
parola data per mille generazioni,
dell’alleanza stabilita con Abramo
e del suo giuramento a Isacco.
Rit. Il Signore è fedele al suo patto.

 

Seconda Lettura    Eb 11,8.11-12.17-19

Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, per fede, Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava. […]
Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre, perché ritenne degno di fede colui che glielo aveva promesso. Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia che si trova lungo la spiaggia del mare e non si può contare.[…]
Per fede, Abramo, messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.
Parola di Dio. Rendiamo Grazie a Dio.

 

Canto al vangelo         Eb 1,1-2

Alleluia, alleluia.
Molte volte e in diversi modi nei tempi antichi
Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti,
ultimamente, in questi giorni,
ha parlato a noi per mezzo del Figlio.
Alleluia, alleluia.

 

VANGELO  Lc 2,22-40

Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.

 

La professione di fede

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

 

Famiglia
piccola
chiesa

 

 

La nostra preghiera di oggi

Gesù, il Figlio di Dio, ha voluto divenire membro di una famiglia umana. Uniamoci nella lode e nella preghiera a Cristo perché sostenga le nostre famiglie.

  • Per il mistero della tua sottomissione a Maria e a Giuseppe,
    – insegnaci il rispetto, l’umiltà e la pazienza, specie verso i più poveri e bisognosi.
  • Tu che hai amato con affetto filiale i tuoi genitori, Maria e Giuseppe,
    – custodisci le nostre famiglie dando loro la tua pace e la forza di superare con l’amore ogni ostacolo.
  • Cristo, artefice dell’universo, che fosti chiamato figlio del falegname,
    – aiutaci a stare vicino a chi in questo tempo ha perso il lavoro o ha una occupazione precaria: donaci la saggezza e la capacità di guidare la politica e l’economia affinché sia garantito il lavoro e il bene di tutti.
  • Gesù, che nella famiglia di Nazareth, sei cresciuto in sapienza, età e grazia,
    – dona alle nostre comunità cristiane di progredire nella fede e nella carità.
  • La comunità cristiana, tua famiglia, ti rende grazie e con stupore gioisce del tuo amore;
    – insieme a Marisa, Lucia, Isolina, Rosanna, Paolo, Mariangela e ai nostri fratelli defunti vive la speranza della vita eterna.

(Tutti): O Dio, nostro Padre, che nella santa famiglia ci hai dato un vero modello di vita, fa’ che nelle nostre famiglie siano presenti le stesse virtù e lo stesso amore, perché riuniti insieme nella tua casa possiamo godere la gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

 

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:

Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose dette di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua Madre. (Cf. Lc 2,33-34)

 

Comunione

Canto finale

Per la preghiera a casa

Letture di domenica prossima, II dopo Natale
Siracide 24,1-4.12-16; Salmo 147; Efesini 1,3-6.15-18; Giovanni 1,1-18)

Il bambino cresceva, pieno di sapienza
La liturgia della Chiesa nella domenica seguente al giorno del Natale propone ai cristiani il ricordo della famiglia di Gesù come il modello perfetto ed il miglior esempio di quello che deve essere e come deve essere una famiglia perfetta. Cosa che ha la sua logica. Perché, se stiamo ricordando la Vergine Maria, san Giuseppe ed il Bambino Gesù, quale famiglia più esemplare possiamo proporre ai cristiani ed in generale a qualsiasi società, nella quale vige l’istituzione familiare? Cosa che – se tutta questa questione si pensa a partire dalle convinzioni di un credente – risulta abbastanza ragionevole. Tuttavia questo comporta anche un problema. Il problema consiste nel fatto che quest’«idealizzazione» della «Sacra Famiglia» è questo: una rappresentazione ideale. Ma quest’ideale corrisponde alla realtà o piuttosto corrisponde a quello che le persone di mentalità più conservatrice vorrebbero che fosse il reale?
Già nei vangeli dell’infanzia si raccontano cose che, se fossero successe come si raccontano, sarebbero fatti che dovrebbero sconvolgere la convivenza, se quella era una famiglia di esseri umani. Maria restò incinta senza che il suo sposo Giuseppe lo sapesse. Quest’uomo fu sul punto di abbandonare sua moglie. Quando nacque il bambino, subito si videro minacciati fino al punto di dover fuggire come profughi in un paese lontano, dove stettero non si sa quanto tempo. Inoltre, la fuga in Egitto nell’Antichità di solito si faceva in maniera tale che era quello che si chiamava la Anachóresis, che era la fuga nel deserto di coloro che erano perseguitati dalle autorità. Erano autentici profughi. (H. Henne, M. Naldini, R. Teja…). E, quando già viveva a Nazareth, avvennero cose che non si comprendono facilmente, per esempio che il bambino si trattenesse in Gerusalemme senza dire nulla ai suoi genitori, cosa che questi non compresero. E la cosa più grave che capitò in questa famiglia divenne chiara e notoria quando Gesù lasciò la sua casa e la sua famiglia. E si mise a dire ed a fare cose che le autorità religiose videro che erano un pericolo ed una questione grave. Per questo i suoi genitori dicevano di Gesù che era pazzo (Mc 3,21) e non credettero in lui (Gv 7,5), in modo che addirittura lo disprezzarono quando ritornò nel suo popolo a Nazareth (Mc 6,1-6) e persino i residenti vollero ucciderlo (Lc 4, 22-30).
La famiglia è l’istituzione fondamentale affinché noi esseri umani, quando veniamo a questo mondo, ci integriamo nella società e siamo buoni cittadini. La famiglia deve soddisfare la necessità di affetto e di educazione nei valori fondamentali, soprattutto i «Diritti Umani». Ma non dimentichiamo che la famiglia è alle sue origini un’«istituzione economica», che garantisce e sulla quale si rende legale il diritto di proprietà. Da questo deriva il pericolo che l’interesse economico si sovrapponga agli altri interessi e valori. Bisogna proteggere i valori della famiglia. Ma questi valori si assicurano quando si proteggono scrupolosamente l’affetto, il rispetto, il buon tratto, la bontà, considerando che questi valori non si assicurano quando la famiglia si “politicizza” fino ad essere origine di conflitti e di divisioni.
p. José María Castillo

PROSSIMAMENTE

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