4ª DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.

 

Canto

 

Aspersione con l’acqua lustrale

Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo la benedizione di Dio nostro Padre perché questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.

Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva. Gloria a te, o Signore.

Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della Chiesa nel lavacro dell’acqua con la parola della vita. Gloria a te, o Signore.

Spirito, gloria a te, che dalle acque del Battesimo ci fai riemergere come primizia della nuova umanità. Gloria a te, o Signore.

Il prete prende l’aspersorio e asperge se stesso e i ministri, poi il clero e il popolo

Dio onnipotente ci purifichi dai peccati e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno nei secoli dei secoli. Amen.

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

Dio, nostro Padre, che in Cristo buon pastore ti prendi cura delle nostre infermità, donaci di ascoltare oggi la sua voce, perché, riuniti in un solo gregge, gustiamo la gioia di essere tuoi figli. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Introduzione alla Liturgia della Parola

Domenica scorsa abbiamo ascoltato l’annuncio della risurrezione di Gesù da parte di Pietro alla folla dopo la guarigione dello storpio, oggi nella continuazione di quel brano, ascoltiamo lo stesso annuncio fatto nel corso del processo e rivolto agli accusatori e ai giudici.

La nostra condizione di risorti è ancora segnata dalla provvisorietà. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui.

Il brano di vangelo di oggi è preceduto dalla guarigione del cieco nato alla piscina di Siloe. I farisei sono i mercenari ai quali non importano le pecore, Gesù è il pastore che ha cura delle sue pecore, fino a donare la vita per poi riprenderla, facendo la volontà del Padre.

 

Prima Lettura    At 4,8-12

Dagli Atti degli Apostoli
[Stavano ancora parlando al popolo, quando sopraggiunsero i sacerdoti, il comandante delle guardie del tempio e i sadducei, irritati per il fatto che essi insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dai morti. Li arrestarono e li misero in prigione fino al giorno dopo, dato che ormai era sera. Molti però di quelli che avevano ascoltato la Parola credettero e il numero degli uomini raggiunse circa i cinquemila.
Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora]

In quei giorni, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro:
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo.
In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 117 (118)

Alleluia, alleluia, alleluia. (cantato)

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nei potenti.

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.

 

Seconda Lettura    1Gv 3,1-2

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo        Gv 10,14

Alleluia, alleluia.
Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.
Alleluia, alleuia.

VANGELO   Gv 10,11-18

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Credo.

Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo.

Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? Credo.

Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

 

Io sono
il buon pastore
e offro la vita
per le pecore.

 

La nostra preghiera di oggi

Fratelli e sorelle, quale grande amore ci ha mostrato il Padre: noi siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente. Rivolgiamoci a lui con fiducia:

  • Signore, tuo Figlio è il Pastore buono:
    – fa’ che in lui tutti gli uomini abbiano la vita in abbondanza.
  • Signore, tuo Figlio ha deposto la vita per le sue pecore:
    – fa’ che anche noi sappiamo offrire la vita per i fratelli.
  • Signore, tuo Figlio è il Pastore secondo il tuo cuore:
    – l’Arcivescovo eletto Gherardo sia nella nostra Chiesa missionario della gioia che viene dal Signore e annunci senza sosta Dio che è ricco di misericordia con ogni uomo.
  • Signore, tuo Figlio è il Pastore obbediente al tuo comando:
    – l’Amministratore Apostolico, il Cardinale Giuseppe Betori continui in ogni circostanza il suo ministero di annuncio e di testimonianza del Cristo risorto.
  • Signore, tuo Figlio ti ha pregato perché ci sia un solo gregge:
    – affretta il giorno dell’unità visibile tra tutti i cristiani.
  • Ricordati, Signore, di Giuseppe. e dei nostri fratelli e sorelle defunti:
    – tu che sei stato il nostro pastore da quando esistiamo fino a oggi e che ci hai sempre liberati da ogni male donaci la speranza della vita eterna.

(Intenzioni personali formulate nel silenzio)

(Tutti) Ti rendiamo grazie, o Dio, nostro Padre: la voce del tuo Cristo ci raduna in questa Eucarestia; attraverso di lui ci conduci all’ovile della gioia eterna, dove ci sarà un solo gregge e un solo pastore. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola:

È risorto il buon pastore, che ha dato la vita per le sue pecore, e per il suo gregge è andato incontro alla morte. Alleluia.

 

Comunione

 

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia:  Dio, pastore di Israele (Salmo 22; 77; 79; Isaia 40,1-11); L’unità (Romani 12,3-21; Efesini 4).

Letture di domenica prossima, V di Pasqua B:
Atti degli Apostoli 9,26-31; Salmo 22; Prima lettera di Giovanni 3,18-24; Giovanni 15,1-8.

Il 6 di Aprile di 14 anni fa moriva don Elio Agostini, parroco dell’Isolotto e delegato diocesano per i preti. Pubblichiamo parte del testo del suo intervento esposto nel corso dell’assemblea diocesana del 1994. Nel cammino sinodale che viviamo queste parole le avvertiamo profetiche e ci aiutano nella riflessione sul prete chiamato a configurarsi a Cristo buon pastore.
Abbiamo chiuso il nostro sinodo diocesano dicendo: «Finisce il si­nodo, inizia la sinodalità». Siamo qui per vedere se questa sinodalità sta prendendo corpo … Vivere la sinodalità significa cerca­re la comunione, edificare la famiglia di Dio. In questo senso dobbiamo ri­conoscere che ci resta da fare una lunga strada. …Voglio aprirvi il cuore e dirvi che, con molta probabilità, ogni prete è partito, all’inizio del suo ministero, con l’idea di salvare il mondo e si è ritrovato, più tardi, a dubitare di po­ter salvare se stesso. Nel clima di si­nodalità di stasera voglio chiedere perdono a tutta la comunità diocesa­na per i peccati di noi preti.
Il prete è chiamato, col Vescovo e con i diaconi, ad essere nella comuni­tà l’icona del Cristo servo, non ha da autorealizzarsi ma da autospogliar­si. Non è la comunità che appartiene al prete, è il prete che appartiene alla comunità. “Tutto è vostro, quindi an­che noi, ma voi siete di Cristo e Cristo è di Dio “ (1Cor. 3,22).
…Siamo usciti dal sinodo afferman­do il primato dell’evangelizzazione. Anche qui dobbiamo riconoscere sin­ceramente che ci rimane da fare una lunga strada. Se ci sono impegni pri­mari, vuol dire che altri saranno se­condi, ed altri ultimi. In una situazio­ne che sta cambiando completamen­te: cambia il mondo, la mentalità de­gli uomini, cambiano i valori, dimi­nuiscono i preti, è indispensabile ri­dirsi e ridarsi i compiti di tutti coloro che compongono la comunità cristia­na. È urgente decidere che cosa è bene che il prete non faccia, quello che deve fare è detto con chiarezza nelle pro­messe dell’ordinazione rinnovate ogni anno nella messa del Crisma. È urgente decidere chi deve fare ciò che il prete non farà più. La mancanza dei preti ci costringerà a fare per dispe­razione ciò che non abbiamo saputo o voluto fare per convinzione. Non si può fare sempre e solo analisi delle situazioni, viene il momento, ed è si­curamente questo, nel quale si devo­no prendere delle decisioni. Al prete sarà chiesta più disponibilità, più mo­bilità, più impegno per collaborare. È doveroso ricordare che il prete è un evangelizzatore sempre bisognoso di essere evangelizzato..
… Cari amici i vostri preti stanno di­minuendo ed invecchiando e sono pie­ni di difetti, ci è necessario il vostro sostegno. Non cerchiamo compassio­ne o conforti di circostanza. Se ci vo­lete bene, e so con certezza che ce ne volete, come noi vogliamo bene a voi tanto da darvi la nostra povera vita perché ci siete diventati cari, se ci volete bene esigete da noi; siamo noi al vostro servizio quindi potete esige­re:
1. Che sappiamo costruire rappor­ti veri con tutte le persone.
2. Che formiamo un unico presbiterio.
3. Che preghiamo sempre senza stan­carci.
4. Che continuiamo a studiare.
5. Che ci riposiamo senza ritenerci indispensabili, infatti: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce, come, egli stesso non lo sa» (Mc 4.26-27).

PROSSIMAMENTE

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