3ª di Quaresima – ANNO A
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Canto
Atto penitenziale
Signore risorto, nel tuo corpo abita la gloria del Padre, ma noi non sappiamo di essere il tempio dello Spirito santo: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Signore, in te si adora il Padre in Spirito e Verità, ma noi non offriamo i nostri corpi in sacrificio: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Agnello di Dio, tu sei il tempio della Gerusalemme celeste, ma noi non viviamo come tempio del Dio vivente: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
Signore nostro Dio, che riconduci i cuori dei tuoi fedeli all’accoglienza di tutte le tue parole, donaci la sapienza della croce, perché in Cristo tuo Figlio diventiamo tempio vivo del tuo amore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
INTRODUZIONE ALLA LITURGIA DELLA PAROLA
Nella terza domenica di Quaresima la prima lettura ci presenta l’alleanza di Dio con Mosè. L’alleanza avviene sul monte, con il dono delle 10 Parole grazie alle quali le differenti tribù diventano un unico popolo, il popolo di Dio. Nella tradizione quelle 10 parole sono state identificate come comandamenti ai quali obbedire piuttosto che essere riconosciute, come sono realmente, le strade per diventare l’unico popolo di Dio.
La seconda lettura annuncia che il grande segno che Dio ha donato al mondo è Cristo crocifisso, preparandoci all’ascolto del Vangelo in cui i suoi contemporanei chiedono a Gesù un segno.
Con la venuta di Gesù il Tempio non è più un edificio: il luogo della presenza di Dio in mezzo agli uomini è il corpo stesso di Gesù. Anche oggi non esistono edifici che devono essere considerati sacri, ma la presenza di Dio è la comunità che si ritrova nel suo nome e forma il suo corpo vivente. La Chiesa dei battezzati è il corpo mistico di Cristo.
Prima Lettura Es 20,1-17
Dal libro dell’Esodo
In quei giorni, Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d’Egitto, dalla condizione servile: Non avrai altri dèi di fronte a me.
Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascia impunito chi pronuncia il suo nome invano.
Ricòrdati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno del sabato e lo ha consacrato.
Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà.
Non ucciderai.
Non commetterai adulterio.
Non ruberai.
Non pronuncerai falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
Non desidererai la casa del tuo prossimo. Non desidererai la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo né la sua schiava, né il suo bue né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 18 (19)
Rit. Signore, tu hai parole di vita eterna.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice.
Rit.
I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi.
Rit.
Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti.
Rit.
Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.
Rit. Signore, tu hai parole di vita eterna.
Seconda Lettura 1Cor 1,22-25
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.
Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo cfr. Gv 3,16
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito; chi crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Gv 2,13-25
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Non fate della casa
del Padre mio
un mercato
La nostra preghiera di oggi
Preghiamo insieme il Signore che ci rende tempio vivo del suo amore e diciamo:
- Signore donaci un tempo di conversione e concedici una risposta piena alla tua chiamata,
– un silenzio che sia ascolto di te e rappacificazione del cuore che non emette giudizi. - Signore rendici obbedienti e perseveranti nella tua fedeltà;
– donaci anche il coraggio di trasgredire gli ordinamenti umani quando sono contrari alla tua legge scritta nei cuori. - Signore infondi profondamente nel cuore dei cristiani il coraggio della nonviolenza
– affinché, sempre e comunque, possiamo rispondere al male con il bene e costruire così la pace per l’umanità. - Signore suscita in noi la forza della condivisione
– affinché, guidati dal comando evangelico di non arricchirci, possiamo andare incontro al povero e sconfiggere le ingiustizie presenti nella nostra società. - Signore che fai risorgere dopo tre giorni il tempio del corpo
– rendici forti nella speranza che insieme a Michele, Maria, Derdeo, Silvia, Neda e ai nostri fratelli e sorelle defunti risorgeremo per la vita eterna.
(Intenzioni personali formulate nel silenzio)
(Tutti) Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre Nostro, per il tuo folle amore per noi: Gesù, il tuo amato Figlio, ha consegnato se stesso per la Chiesa; oggi ci dona il suo corpo e il suo sangue, facendo di noi il tempio dello Spirito. Egli è Dio e vive e regna con te e lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
Molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. (Gv 2,23)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella Bibbia: Le opere della giustizia: Isaia 1,10-20; Osea 8,11-13; Amos 5,21-27. Gesù tempio di Dio: Matteo 12,38-42; Marco 8,11-33; Atti degli apostoli 7,44-53.
Letture di domenica prossima, IV di Quaresima B:
Secondo libro delle Cronache 36,14-23; Salmo 137; Lettera agli Efesini 2,4-10; Giovanni 3,14-21.
Sei casa del Padre, non fare mercato del tuo cuore
E io, come vorrei il mondo, cosa sogno per la nostra casa grande che è la terra? Che sia Casa del Padre, dove tutti sono fratelli, o casa del mercato (Gv2,16), dove tutti sono rivali?
È questa l’alternativa davanti alla quale oggi mi mette Gesù. E la sua scelta è così chiara e convinta da farlo agire con grande forza e decisione: si prepara una frusta e attraversa l’atrio del tempio come un torrente impetuoso, travolgendo uomini, animali, tavoli e monete.
Mi commuove in Gesù questa combattiva tenerezza: in lui convivono la dolcezza di una donna innamorata e la determinazione, la forza, il coraggio di un eroe sul campo di battaglia (C. Biscontin).
Un gesto infiammato, carico di profezia: Non fate della casa del Padre mio una casa di mercato! Non fare del mercato la tua religione, non fare mercato della fede. Non adottare con Dio la legge scadente della compravendita, la logica grezza del baratto dove tu dai qualcosa a Dio (una Messa, un’offerta, una rinuncia…) perché lui dia qualcosa a te. Dio non si compra e non si vende ed è di tutti.
La casa del Padre, che Gesù difende con forza, non è solo l’edificio del tempio, ma ancor più è l’uomo, la donna, l’intero creato, che non devono, non possono essere sottomessi alle regole del mercato, secondo le quali il denaro vale più della vita. Questo è il rischio più grande: profanare l’uomo è il peggior sacrilegio che si possa commettere, soprattutto se povero, se bambino, se debole, i principi del regno. «Casa di Dio siete voi, se conservate libertà e speranza» (Eb 3,6). Casa, tempio, tenda grembo di Dio sono uomini e donne che custodiscono nel mondo il fuoco della speranza e della libertà, la logica del dono, l’atto materno del dare. Tempio di Dio è l’uomo: non farne mercato! Non umiliarlo sotto le leggi dell’economia. Non fare mercato del cuore! Sacrificando i tuoi affetti sull’altare del denaro. Non fare mercato di te stesso, vendendo la tua dignità e la tua onestà per briciole di potere, per un po’ di profitto o di carriera.
Ma l’esistenza non è questione di affari: è, e non può che essere, una ricerca di felicità. Che le cose promettono e non mantengono. È solo nel dare e nel ricevere amore che si pesa la felicità della vita. I Giudei allora: quale segno ci mostri per fare così? Gesù risponde portandoli su di un altro piano: Distruggete questo tempio e in tre giorni lo riedificherò. Non per una sfida a colpi di miracolo e di pietre, ma perché vera casa di Dio è il suo corpo. E ogni corpo d’uomo è divino tempio: fragile, bellissimo e infinito. E se una vita vale poco, niente comunque vale quanto una vita. Perché con un bacio Dio le ha trasmesso il suo respiro eterno.
padre Ermes Ronchi