OTTAVA DI PASQUA – ANNO B

Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.

 

Canto

 

Aspersione con l’acqua lustrale

Fratelli e sorelle carissimi, invochiamo la benedizione di Dio nostro Padre perché questo rito di aspersione ravvivi in noi la grazia del Battesimo, per mezzo del quale siamo stati immersi nella morte redentrice del Signore per risorgere con lui alla vita nuova.

Padre, gloria a te, che dall’Agnello immolato sulla croce fai scaturire le sorgenti dell’acqua viva. Gloria a te, o Signore.

Cristo, gloria a te, che rinnovi la giovinezza della Chiesa nel lavacro dell’acqua con la parola della vita. Gloria a te, o Signore.

Spirito, gloria a te, che dalle acque del Battesimo ci fai riemergere come primizia della nuova umanità. Gloria a te, o Signore.

Il prete prende l’aspersorio e asperge se stesso e i ministri, poi il clero e il popolo

Dio onnipotente ci purifichi dai peccati e per questa celebrazione dell’Eucaristia ci renda degni di partecipare alla mensa del suo regno nei secoli dei secoli. Amen.

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Padre, che in questo giorno santo ci fai vivere la Pasqua del tuo Figlio, fa’ di noi un cuore solo e un’anima sola, perché lo riconosciamo presente in mezzo a noi e lo testimoniamo vivente nel mondo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Introduzione alla Liturgia della Parola

La prima lettura ci mostra come l’esperienza pasquale trasformi le relazioni tra i discepoli: dall’aspirazione a primeggiare si passa alla ricerca di una convivenza fraterna e solidale.

Nel linguaggio di Giovanni, “mondo” sono strutture e atteggiamenti di violenza e sopraffazione che si oppongono al progetto di Dio. Chi crede che Gesù è il Cristo è stato generato da Dio, e vince il mondo.

Nel Vangelo di Giovanni Gesù, dopo aver donato il suo spirito all’umanità sulla Croce, lo dona ai suoi discepoli la sera di Pasqua incaricandoli di farsi ministri del suo perdono.

 

Prima Lettura    At 4,32-35

Dagli Atti degli Apostoli
La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune.
Con grande forza gli apostoli davano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti godevano di grande favore.
Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano il ricavato di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 117 (118)

Alleluia, alleluia, alleluia. (cantato)

Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».
Dica la casa di Aronne:
«Il suo amore è per sempre».
Dicano quelli che temono il Signore:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.
Il Signore mi ha castigato duramente,
ma non mi ha consegnato alla morte.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.
Questo è il giorno che ha fatto il Signore:
rallegriamoci in esso ed esultiamo!

 

Seconda Lettura    1Gv 5,1-6

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato.
In questo conosciamo di amare i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi.
Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Egli è colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con l’acqua soltanto, ma con l’acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che dà testimonianza, perché lo Spirito è la verità.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo        Gv 20,29

Alleluia, alleluia.
Perché mi hai veduto, Tommaso, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto.
Alleluia, alleuia.

VANGELO   Gv 20,19-31

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».
Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Credete in Dio Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? Credo.

Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? Credo.

Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? Credo.

Dio onnipotente, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatti rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia per la vita eterna, in Cristo Gesù, nostro Signore. Amen.

 

«Pace a voi!».
Detto questo,
mostrò loro
le mani
e il fianco.

 

La nostra preghiera di oggi

Preghiamo gli uni per gli altri, nella gioia della resurrezione:

  • O Cristo, con la tua resurrezione hai rallegrato i tuoi amici:
    – dona gioia a chi è solo, colma il vuoto di chi è isolato, da’ speranza a chi è disperato.
  • O Cristo, con la tua resurrezione hai annunciato la liberazione di tutti:
    – difendi il diritto di chi soffre l’oppressione, libera coloro che sono vittime del denaro e del profitto, dona giustizia sulla terra.
  • O Cristo, con la tua resurrezione hai distrutto la potenza del male:
    – vieni in aiuto a quelli che sono tentati, rialza quelli che sono caduti, dona a tutti la sicurezza del tuo perdono.
  • O Cristo, con la tua resurrezione hai consolato le donne:
    – sostieni le donne del mondo, quelle che sono in situazione di schiavitù, quelle che hanno subito violenze, quelle che non vedono riconosciuta la loro dignità.
  • O Cristo, con la tua resurrezione hai perdonato a Pietro e a Tommaso la poca fede in te:
    – riammettici fra i tuoi amici quando rinneghiamo la nostra fede, perdonaci quando non siamo fedeli alla tua parola.
  • O Cristo, con la tua resurrezione hai vinto la morte: ricordati dei nostri fratelli e sorelle defunti,
    – sostieni quelli che stanno per morire, consola quelli che soffrono a causa della malattia.

(Intenzioni personali formulate nel silenzio)

(Tutti) Signore Dio, guarda la tua Chiesa: falle il dono della tua pace, del tuo amore, della tua protezione; mandaci il tuo Spirito santo affinché ci amiamo gli uni gli altri; mantienici nell’unità mediante il vincolo della pace e della carità, perché formiamo un solo corpo e abbiamo una sola fede, così come siamo stati chiamati ad una sola speranza. Facci giungere ad un amore autentico in Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola:

Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere incredulo, ma credente! Alleluia. (Gv 20,27)

 

Comunione

 

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia:  la fede nei padri dell’antico testamento (Eb 11); le testimonianze sulla fede degli apostoli e sulle loro difficoltà a credere (Mt 8,23-27; 14,22-23; Mc 16,9-14; Lc 17,5-6; Mc 9,14-29).

Letture di domenica prossima, III di Pasqua B:
Atti 3,13-19; Salmo 4; Prima lettera di Giovanni 2,1-5; Luca 24,35-48.

Quelle ferite di Gesù sono l’alfabeto dell’amore
I discepoli erano chiusi in casa per paura dei Giudei. La paura è la paralisi della vita. Ciò che apre il futuro e fa ripartire la vita sono invece gli incontri. Gesù lo sa bene.
I suoi sono scappati tutti, l’hanno abbandonato: che cosa di meno affidabile di quel gruppetto allo sbando? E tuttavia Gesù viene. 
È una comunità dove non si può stare bene, porte e finestre sbarrate, dove manca l’aria e si respira dolore. Una comunità chiusa, ripiegata su se stessa, che non si apre, che si sta ammalando. E tuttavia Gesù viene.
E non al di sopra, non a distanza, ma “viene e sta in mezzo a loro”. Non nell’io, non nel tu soltanto, lo Spirito abita nel cuore delle relazioni, è come il terzo tra i due, collante delle vite.
Viene e sta in mezzo. Lui, il maestro dei maestri, ci insegna a gestire l’imperfezione delle vite. Il suo metodo non consiste nel riproporre l’ideale perfetto, nel sottolineare la nostra distanza dal progetto, ma nell’avviare processi: a chi sente i morsi della paura, porta in dono la pace; a chi non crede, offre un’altra occasione: guarda tocca metti il dito; a chi non ha accolto il soffio del vento dello Spirito, lui spalanca orizzonti. 
Il suo metodo umanissimo, che conforta la vita, sta nell’iniziare percorsi, nell’indicare il primo passo, perché un primo passo è possibile sempre, per tutti, da qualsiasi situazione.
Il gruppo degli apostoli aveva tentato di coinvolgere Tommaso: abbiamo visto il Signore. Ma lui, che era il più libero di tutti, lui che aveva il coraggio di entrare e uscire da quella casa, non ci sta: io non mi accontento di parole. Se lui è vivo, come fate ad essere ancora qui rinchiusi, invece di uscire nel sole del mondo? Se lui è vivo, la nostra vita cambia!
Ed ecco Gesù che entra, sta in mezzo, e dice: Pace a voi. Non un augurio, non una promessa, è molto di più, una affermazione: la pace è con voi, è qui, è iniziata; non è merito, è dono.
Poi si rivolge a Tommaso: Metti qui il tuo dito. Gesù aveva educato Tommaso alla libertà interiore, a dissentire, l’aveva fatto coraggioso e grande in umanità. Per farlo ancora più grande, gli fa un piccolo rimprovero, ma dolcemente, come si fa con gli amici: non essere incredulo… Rispetta i suoi tempi, e invece di imporsi, si propone: Metti, guarda, tocca. 
La risurrezione non ha richiuso i fori dei chiodi, non ha rimarginato le labbra delle ferite. Perché la morte di croce non è un semplice incidente da superare: quelle ferite sono la gloria di Dio, il punto più alto dell’amore, la grande bellezza della storia. Su quel corpo l’amore ha scritto il suo racconto con l’alfabeto delle ferite, le uniche che non ingannano. Indelebili ormai come l’amore stesso.
Ermes Ronchi

PROSSIMAMENTE

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