Assunzione della Beata Vergine Maria – ANNO A
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Canto
Atto penitenziale
Signore risorto,
primogenito della nuova creazione:
abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo Signore,
primo risorto tra coloro che sono morti:
abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore Gesù,
vivente per sempre alla destra di Dio:
abbi pietà di noi!
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l’immacolata Vergine Maria, Madre del tuo Figlio, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ap 11,19a;12,1-6a.10ab
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza.
Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto.
Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra.
Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito.
Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio.
Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 44 (45)
Rit. Risplende la regina, Signore, alla tua destra.
Figlie di re fra le tue predilette;
alla tua destra sta la regina, in ori di Ofir.
Rit.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio:
dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre.
Rit.
Il re è invaghito della tua bellezza.
È lui il tuo signore: rendigli omaggio.
Rit.
Dietro a lei le vergini, sue compagne,
condotte in gioia ed esultanza,
sono presentate nel palazzo del re.
Rit. Risplende la regina, Signore, alla tua destra.
Seconda Lettura 1Cor 15,20-26
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti. Perché, se per mezzo di un uomo venne la morte, per mezzo di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti. Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita.
Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza.
È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i suoi piedi.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Mt 25,34
Alleluia, alleluia
Maria è assunta in cielo;
esultano le schiere degli angeli.
Alleluia, alleluia
VANGELO Lc 1,39-56
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore. Gloria a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
L’anima mia
magnifica il Signore
La nostra preghiera di oggi
Innalziamo, come Maria, la nostra lode a Dio Padre, che ha promesso di abitare in chi custodisce la sua parola. Diciamo:
Benedetto sei tu, Signore!
- Hai guardato all’umiltà della tua schiava, l’hai riempita del tuo amore, l’hai fatta dimora della tua presenza:
– rendi la tua chiesa umile serva del Vangelo. - Hai compiuto meraviglie in Maria, l’hai benedetta fra tutte le donne, a causa del frutto del suo seno, Gesù:
– apri i nostri occhi alle meraviglie del tuo amore. - Elisabetta l’ha riconosciuta arca dell’alleanza al suono della sua voce ha esultato la profezia; tutte le generazioni la dicono «Beata»:
– rendici profeti del tuo vangelo. - Maria ti ha riconosciuto presente nella storia a fianco degli umili, degli affamati e dei poveri:
– converti il nostro cuore alla solidarietà. - Hai voluto Maria quale nuova Eva, madre dei credenti perché ha creduto:
– ogni uomo confessi che nulla è impossibile a te. - Hai fatto di Maria un segno certo di speranza:
– accogli le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti nella gioia del tuo Regno.
(Tutti): Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro: se hai compiuto meraviglie nella tua umile serva, la vergine Maria, fa’ che nella nostra debolezza e nella nostra povertà si manifesti la potenza della tua grazia. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
Tutte le generazioni mi chiameranno beata: grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente. (Lc 1,48-49)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia il tema della resurrezione dei corpi: 1Corinzi 15 e Efesini 2,1-10
Aspetti che rivelano la spiritualità di Maria (di Francesco Peyron)
Esaminiamo alcuni aspetti del «Magnificat». I verbi sono al presente e al passato proprio perché Dio ha già operato, opera e opererà: Cristo, ieri, oggi e sempre.
Il primo aspetto da sottolineare: di fronte all’intervento di Dio nella storia, sgorga la lode perché Dio è il Salvatore: «Lo voglio lodare. Dio è mio Salvatore: sono piena di gioia». Sono temi di speranza, di esultanza, di positività, di ottimismo: sappiamo bene che la vita di Maria è stata tutt’altro che facile fin dall’inizio: è stata sottoposta a prove forti in un crescendo che è culminato nel Golgota. L’atteggiamento di fondo è la lode, perché Dio salva, Dio è salvezza, Dio ha operato e opera. Questo è un primo punto importante che riprenderemo come nostra attualizzazione.
Un secondo punto: «Ha guardato alla sua povera serva», alla piccolezza della sua serva. Piccolezza nel verbo greco è tapeinosis, reso in ebraico con anawim, i poveri di Dio dell’Antico Testamento: la spiritualità che nasce nei salmi, con i profeti, in modo particolare con Geremia, di persone umili, semplici, che non confidano nella loro potenza, nella loro ricchezza che non hanno, ma nel Signore; partendo da una situazione reale di vita incerta e difficile, si affidano a Dio.
Nel tempo, questa spiritualità si affinerà sempre di più fino a diventare quella del «resto di Israele» rimasto fedele a Dio avendo posto in lui la sua fiducia. La Madonna riassume e porta al massimo questa spiritualità di piccolezza e di fiducia: «Tutte le generazioni mi diranno beata». È il riconoscimento di ciò che Dio ha operato in lei nella gratuità. Qui è la vera umiltà: se uno ti fa tante cose gratuitamente, provi riconoscenza. Maria prova riconoscenza, lode, gioia per Dio, perché ha operato gratuitamente nella sua storia, rendendola Madre di Dio dal nulla, tempio dello Spirito Santo, la prima donna della creazione e per l’eternità. Ma questo viene operato anche per ciascuno di noi, quando riconosciamo la nostra piccolezza e la gratuità dell’opera di Dio. «Ha fatto in me cose grandi». Maria riconosce quello che Dio opera nel mondo, vede, legge fra le righe della storia, poco alla volta: quando trova Gesù nel tempio, gli chiede: «Perché ci hai fatto questo?». Quando Simeone profetizza la spada di dolore, non capisce. Non tutto le è chiaro subito, ma col passare degli anni, col tempo, con questo suo atteggiamento di lode e di ringraziamento, di ascolto e di preghiera, capisce, attraverso gli eventi e le situazioni, l’intervento di Dio, la salvezza che viene portata al mondo e la sua misericordia che resta per sempre, oggi, per noi. Poi viene la parte più difficile da accogliere: «Ha distrutto i superbi, ha rovesciato i potenti, ha rimandato i ricchi a mani vuote, ha rialzato da terra gli oppressi, ha nutrito gli affamati». Vien da chiedersi se è così, guardando alla storia, alle realtà di dolore, di oppressione, di potenza e sopraffazione. Qui occorre una visione globale della storia dell’uomo che non è ristretta ai suoi novant’anni di vita, ma è un già e un non ancora: inizia già oggi una liberazione. Sappiamo quanto cammino di liberazione ha fatto la presenza di Cristo nel mondo, però ancora con la presenza del male, con i superbi, i potenti, gli oppressori che hanno il loro spazio, poiché c’è il principe di questo mondo. Dobbiamo mirare ad una visione globale del trionfo di Cristo, della resurrezione già avvenuta e della resurrezione finale che avverrà, non certo per delegare tutto al dopo, ma per vederne un compimento, per essere, come vedremo, anche noi attivi all’interno di un compimento, con la pazienza del cristiano.