34ª DOMENICA T.O. N.S.G.C. RE DELL’UNIVERSO – ANNO B

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Canto

 

Atto penitenziale

Signore, Re dell’universo, che non sei venuto per essere servito ma per servire, perdona la nostra aridità di cuore e la poca disponibilità alla condivisione; abbi pietà di noi.
Signore, Pietà!

Cristo, nostra salvezza, che doni la tua vita per liberarci dai peccati, perdonaci se non abbiamo amato del tuo stesso amore; abbi pietà di noi.
Cristo, Pietà!

Signore, nostra vita, che morendo sulla croce hai vinto la morte e il potere delle tenebre, perdonaci per la fragilità della nostra speranza, concedici di condividere la tua morte e resurrezione e abbi pietà di noi.
Signore, Pietà!

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, re e salvatore, e ci hai resi partecipi del sacerdozio regale, fa’ che ascoltiamo la sua voce, per essere nel mondo fermento del tuo regno di giustizia e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Introduzione alla Liturgia della Parola

Domenica scorsa abbiamo concluso la lettura del Vangelo di Marco. Per la conclusione dell’anno liturgico quest’anno viene proposto un brano di Giovanni, tratto dal processo che Gesù subisce da parte di Pilato.

Con ogni probabilità non si tratta di una cronaca, bensì di una narrazione che sottolinea il diverso approccio al potere di Gesù e del governatore romano, figura emblematica di quanti gestiscono un potere.

La regalità di Cristo, tante volte presentata come fondamento di tante altre regalità, civili e religiose, in realtà ne rappresenta l’alternativa più radicale. Per Gesù regnare è donarsi e l’autorità è servizio, in primo luogo di chi ha più bisogno.

Prima Lettura    Dn 7,13-14

Dal libro del profeta Daniele

Guardando nelle visioni notturne,
ecco venire con le nubi del cielo
uno simile a un figlio d’uomo;
giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui.

Gli furono dati potere, gloria e regno;
tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano:
il suo potere è un potere eterno,
che non finirà mai,
e il suo regno non sarà mai distrutto.

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 92 (93)

Il Signore regna, si riveste di splendore.

Il Signore regna, si riveste di maestà:
si riveste il Signore, si cinge di forza.

È stabile il mondo, non potrà vacillare.
Stabile è il tuo trono da sempre,
dall’eternità tu sei.

Davvero degni di fede i tuoi insegnamenti!
La santità si addice alla tua casa
per la durata dei giorni, Signore.

Il Signore regna, si riveste di splendore.

 

Seconda Lettura    Ap 1,5-8

Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

Gesù Cristo è il testimone fedele, il primogenito dei morti e il sovrano dei re della terra.

A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno, sacerdoti per il suo Dio e Padre, a lui la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen.

Ecco, viene con le nubi e ogni occhio lo vedrà,
anche quelli che lo trafissero,
e per lui tutte le tribù della terra
si batteranno il petto.
Sì, Amen!

Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!

Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo        (Mc 11,9.10)

Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Alleluia, alleluia.

VANGELO  Gv 18,33b-37

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».

Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».

Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. (si china il capo) Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.


Io sono Re.
Sono venuto
nel mondo
per dare
testimonianza
alla verità

 

La nostra preghiera di oggi

Nella festa di Cristo re, che conclude l’anno liturgico, chiediamo al Signore la forza di amare e servire a misura del cuore di Dio:

  • Gesù Cristo è il Re Messia, il principe dei re della terra:
    – fa’ che non dimentichiamo mai che la sua è la gloria di chi ama.
  • Gesù Cristo è il testimone fedele:
    – fa’ che perseveriamo nella fede, nella speranza e nella carità.
  • Gesù Cristo è la via, la verità e la vita:
    – fa’ che la nostra fede si nutra dell’assiduità con lui, il Vivente.
  • Gesù Cristo è il Re dei re, il Signore dei signori:
    – fa’ che sappiamo discernere ciò che appartiene a Cesare e ciò che appartiene a te, o Dio.
  • Gesù Cristo è principio e fine di tutte le cose: affretta il giorno nel quale, insieme a Giuseppe, Luigi, Ivana e ai nostri fratelli e sorelle defunti
    – ci ritroveremo in Cristo, nell’assemblea festosa dei cieli.

(Intenzioni personali formulate nel silenzio)

(Tutti): Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro, per il tuo Figlio, testimone fedele del tuo amore: celebrando il memoriale della sua morte e della sua resurrezione, proclamiamo la regalità di colui che è stato innalzato sulla croce e risorto vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.

 

Canto all’offertorio

 

Prefazio

È motivo di gioia grande
aprire il nostro cuore a te, Padre santo,
sorgente generosa da cui siamo sgorgati,
torrente che ogni giorno ci disseta
e oceano di amore che ci accoglierà.
In quel giorno godremo pienamente
della redenzione affidata al Cristo, tuo Figlio,
uomo mortale e Signore della storia.

Il regno che gli affidi
e per il quale ha donato la sua vita
non è di questo mondo,
e la sua regalità è del tutto diversa
da quella dei sovrani della terra.
Il suo potere consiste nel dare la vita
per rendere testimonianza alla verità,
e mostrare così la bellezza del tuo amore fedele.

Anche a noi offri la sua parola,
vivificata dallo Spirito,
perché camminiamo nella verità,
e giungiamo a contemplare te,
Dio giusto e santo,
che ci accogli nell’abbraccio infinito del tuo amore.

In attesa di quel giorno pieno di luce,
in comunione con la Chiesa e solidali con l’umanità,
ugualmente chiamate alla salvezza,
eleviamo fin d’ora il canto della lode:

 

Santo

 

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola:

Io sono re e sono venuto nel mondo per dare testimonianza alla verità. (Cf. Gv 18,37)

 

Comunione

 

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: le profezie a proposito del messia-re (Sofonia 3,9-20); Gesù, re e salvatore (1Corinzi 15; Apocalisse 19,1-16) rifiuta la regalità terrena (Giovanni 6,1-15; Giovanni 19,1-22).
Liturgia delle ore: II settimana del salterio

Le letture di Domenica prossima, Prima di Avvento – anno C
Geremia 33,14 – 16; Salmo 24; Prima lettera ai Tessalonicesi 3,12 – 13; 4, 1 – 2;
Luca 21,25 – 28; 34 – 36

Tu lo dici: io sono re
Leggiamo il vangelo di Giovanni, capitolo 18, versetti 33-37. È il primo interrogatorio che Pilato, il massimo rappresentante dell’impero, farà a Gesù. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: «Sei tu il re dei Giudei?». Pilato esprime tutta la sua sorpresa. L’uomo che si trova davanti non ha nulla del malfattore che gli hanno detto essere Gesù, non ha nulla del pericoloso rivoluzionario che lui ha mandato ad arrestare, si trova di fronte a una persona che lo sconcerta.
È un processo strano questo. È un processo dove non è tanto il giudice a fare le domande all’imputato, ma l’imputato che fa le domande al giudice e la sentenza non sarà emessa dal giudice ma dall’imputato. Infatti Gesù non risponde, ma fa a sua volta una domanda a Pilato. «Dici questo da te oppure altri ti hanno parlato di me?».
Gesù lo invita a ragionare con la propria testa e non sotto l’influsso di quello che gli hanno detto le autorità religiose. Pilato reagisce con sdegno: «Sono io forse Giudeo?» Pilato disprezzava la regione che doveva governare e qui esprime tutto il suo disprezzo, il suo sdegno. Ed ecco la gravità di quello che dice, “La tua gente”, cioè la tua nazione, “i capi dei sacerdoti”, i sommi sacerdoti, “ti hanno consegnato a me”. Sono tutti contro Gesù, sia quelli che detengono il potere, che quelli che sono sottomessi al potere – e questo è ancora più grave. Quelli che detengono il potere, i sommi sacerdoti, vedono in Gesù un pericolo al loro dominio sul popolo, ma quelli che sono sottomessi al potere vedono in Gesù un attentato alla sicurezza che la sottomissione al potere loro concede.
E quindi sono tutti contro Gesù. Come aveva scritto Giovanni nel prologo «Venne tra i suoi, ma i suoi non l’hanno accolto».
E Pilato chiede: «Che cosa hai fatto? Rispose Gesù: “Il mio regno non è di questo mondo”».
Gesù non sta contrapponendo il cielo alla terra, ma due mondi differenti, il mondo del potere e il mondo dell’amore, cioè il regno del potere e il regno dell’amore.
Nell’uno vigono il dominio, la menzogna, che causano morte negli uomini, nell’altro il servizio e la verità che invece comunicano vita.
Quindi il regno di Gesù non è di questo mondo, ma è in questo mondo. «Se il mio regno fosse di questo mondo i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei». Ma Gesù non ha servitori, perché lui “re” si mette a servizio dei suoi. “Ma il mio regno non è di qui”. Quindi Gesù esclude che il suo regno abbia anche lontanamente le caratteristiche dei regni di questo mondo, basati sul potere, sul dominio e sulla menzogna.
Allora Pilato, ancora più sconcertato, gli disse: “Dunque tu sei re?” Rispose Gesù… Qui la traduzione è «Tu lo dici: io sono re», invece letteralmente è «Tu lo dici che sono re». È la sua opinione e Gesù tronca lì il discorso. Gesù non è interessato al tema della regalità e introduce invece il tema che lui vuole portare, la ragione per la quale è venuto al mondo.
«Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità». E qui c’è un’affermazione importante, di grande valore anche per i credenti di tutti i tempi, «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
Gesù non dice “Chi ha la verità”, ma “chi è dalla verità”. La verità per Gesù non è una dottrina che si possiede, ma l’atteggiamento che caratterizza la vita del credente che si pone in sintonia con l’amore creativo del Padre e si traduce in opere che comunicano vita agli uomini. Quindi per Gesù non si ha la verità, ma si fa la verità, si è nella verità, si cammina nella verità. Essere nella verità significa aver posto il bene dell’uomo come valore assoluto, principale, che orienta la vita del credente. Mentre chi ha la verità, in base alla verità, alla dottrina, si può separare dagli altri e li può giudicare, chi è nella verità mette il suo amore a servizio di tutti.
Quindi Gesù mette come condizione per ascoltare la sua voce l’essere nella verità. Se non si è nella verità, se non si è messo il valore dell’uomo come valore unico, assoluto della propria esistenza, la sua parola è impossibile ascoltarla.
Gesù dice «Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce», non afferma, come ci saremmo aspettati, «Chi ascolta la mia voce è dalla verità». No, per ascoltare la voce di Gesù occorre una premessa, aver orientato la propria vita per il bene degli altri. Altrimenti la voce di Gesù si può ascoltare, ma non si può capire.
Pilato, rappresentante del potere, della menzogna, della violenza, naturalmente non può comprendere questo. Quindi gli dice: “Che cos’è verità?” Non sta dalla parte della verità, non ha messo il bene dell’uomo come valore assoluto, ma soltanto il proprio bene, il proprio potere, come vedremo poi in seguito.
p. Alberto Maggi OSM

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