15ª DOMENICA T.O. – ANNO B

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Canto

 

Atto penitenziale

Signore, che scegli con libertà i tuoi profeti, perdona la nostra pretesa di annunciare la tua Parola senza averla prima ascoltata e accolta. Signore, pietà.
Signore pietà.

Cristo, che ci fai eredi della salvezza offerta dal Padre a tutti gli uomini, perdona la nostra mancanza di speranza e di coraggio per esserne strumenti trasparenti. Cristo, pietà.
Cristo pietà.

Signore, che invii i tuoi discepoli a due a due, perdona la tendenza che abbiamo a fare tutto da soli, senza chiedere aiuto e cercare condivisione. Signore, pietà.
Signore pietà.

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Padre, che chiami tutti gli uomini a essere tuoi figli in Cristo, concedi alla tua Chiesa di confidare solo nella forza dello Spirito per testimoniare a tutti le ricchezze della tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Introduzione alla Liturgia della Parola

Amos mette al centro della sua predicazione profetica la giustizia. Lo sfruttamento del debole da parte del forte viene denunciato come offesa a Dio. Questo messaggio è troppo dirompente per essere pronunciato nel santuario del Re, quindi Amos viene cacciato, suscitando la sua veemente reazione.

L’inno che apre la lettera agli Efesini con ogni probabilità era un inno liturgico, espressione della fede della comunità, che Paolo inserisce nella lettera per sottolineare la grandezza e la gratuità dei doni di Dio in Cristo.

La terza sezione del Vangelo di Marco si apre con l’invio dei Dodici a due a due per incontrare le persone e mettersi al loro servizio – nella condizione di mendicanti – con potere sugli spiriti impuri, cioè su tutto ciò che si oppone ad una vita vissuta in pienezza.

 

Prima Lettura    Am 7,12-15

Dal libro del profeta Amos
In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 84 (85)

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Mostraci, Signore, la tua misericordia.

 

Seconda Lettura     Ef 1,3-14

Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo         Cf. Ef 1,17-18

Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo illumini gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia, alleluia.

VANGELO   Mc 6,7-13

Dal Vangelo secondo Marco
Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. (si china il capo) Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.

Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti.

Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

Gesù chiamò
a sé i Dodici
e prese a mandarli
a due a due

 

La nostra preghiera di oggi

Nella nostra debolezza, mettiamo la nostra fiducia in Dio, supplicandolo per noi e per tutti gli uomini.

  • Signore Dio, che sempre invii con premura profeti al tuo popolo:
    – fa’ che sappiamo ascoltare coloro che ci parlano nel tuo nome.
  • Signore Dio, che mostri la tua forza attraverso la debolezza:
    – fa’ che la tua chiesa rifugga ogni logica di potenza e di successo.
  • Signore Dio, che in Gesù hai conosciuto il rifiuto degli uomini:
    – fortifica e consola gli annunciatori della tua Parola.
  • Signore Dio, la nostra incredulità è spesso di ostacolo al Vangelo:
    – fa’ che la tua Parola corra e sempre converta i nostri cuori.
  • Signore Dio, in Gesù ci hai mostrato la piena umanità:
    – sostieni tutti i percorsi di pace per divenire uomini e donne veramente umani.
  • Signore Dio, conferma in noi la speranza che insieme a Giacomo e ai nostri fratelli e sorelle defunti risorgeremo a vita nuova:
    – tu hai manifestato come il tuo amore è più forte della morte.

(Intenzioni personali formulate nel silenzio)

(Tutti) Ti rendiamo grazie, o Dio, Padre nostro, nell’umanità del tuo Figlio Gesù Cristo noi riceviamo la grazia di portare nella nostra debolezza la forza della tua parola. Egli è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola:

I Dodici, inviati da Gesù, predicavano la conversione, scacciavano i demoni e guarivano gli infermi. (Cf. Mc 6,12-13)

 

Comunione

 

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: .

Le letture di Domenica prossima, quarta di Avvento – anno C
Michea 5,1-4; Salmo 79; Ebrei 10,5-10; Luca 1,39-48.

Incominciò a mandarli due a due
L’incomprensione dei discepoli è ancora più evidente se pensiamo al brano con il quale Marco ha introdotto l’intera sezione: il testo proposto oggi (Mc 6,7-13) che ricorda la missione dei dodici; saranno proprio loro a dimostrare di non aver compreso il messaggio che sono stati inviati ad annunziare. Eppure Gesù li sceglie e li invia. A Marco piace così sorprenderci con una narrazione condotta per contrasti: al rifiuto degli abitanti di Nazareth e alla loro incredulità, che ha chiuso la tappa precedente, si contrappone l’invio dei dodici; eppure anche loro si schiereranno dalla parte di coloro che non comprendono Gesù. Lo scopo di Marco è chiaramente provocatorio: egli ci chiede di scegliere da che parte vogliamo schierarci.
Già in precedenza Marco ci aveva narrato la chiamata dei dodici (Mc 3,14-15), in un brano che la liturgia non ci ha fatto leggere nel ciclo festivo e che potrebbe essere qui recuperato. Già in Mc 3,14-15 è evidente come non siano i discepoli a decidere di seguire Gesù, ma sia lui a sceglierli. Ci troviamo di fronte alla stessa situazione del profeta Amos, che non aveva mai pensato di fare il profeta; è solo il Signore che chiama. La missione dei dodici è per Marco caratterizzata da tre elementi: la predicazione, la lotta contro satana e lo «stare con lui» (Mc 3,14), la familiarità con Gesù, che per Marco è particolarmente importante. Si tratta dunque della partecipazione alla sua stessa missione, che ora (Mc 6,7) inizia a realizzarsi. Le esigenze della missione sono per Marco esigenze radicali, più che nei testi paralleli di Matteo e Luca (Mt 10,1.5 -11.14 e Lc 9,1 6): il missionario deve alleggerirsi di tutto quanto lo ostacola; non si tratta tanto del manuale del perfetto missionario, quanto di una serie di indicazioni programmatiche centrate sulla rinunzia a ciò che è considerato legittimo e sulla necessaria fiducia in Dio. Come ritradurre, nel nostro mondo così diverso queste esigenze di radicalità evangelica? La risposta è lasciata a ciascun lettore…
La seconda parte della catechesi è rivolta al risultato della missione dei dodici. La prospettiva è inizialmente positiva: il missionario sarà accolto e ospitato (vs 10); ma la missione non è automaticamente garanzia di successo. Il vs 11, facendoci ritornare al tema visto nella prima lettura, mette in luce, infatti, la possibilità del rifiuto. Il gesto dello “scuotere i sandali” riprende il gesto che gli ebrei facevano rientrando in patria da un territorio pagano ed esprime un rifiuto definitivo. Accettare o non accettare l’annunzio della salvezza è così nelle parole di Gesù una scelta decisiva; non si può giocare con il Vangelo. “Scuotere la polvere” non significa, come qualcuno potrebbe pensare, “noi vi abbiamo annunziato il Vangelo; non l’avete voluto? Andatevene al diavolo!”, secondo lo stile proprio di qualche cosiddetta comunità ecclesiale. Significa, piuttosto, mettere ogni persona di fronte alla responsabilità di scegliere. In un mondo come quello odierno, dominato dall’indifferenza, significa far capire alle persone la serietà dell’annunzio evangelico e la necessità di decidersi, pro o contro di esso. Il gesto perciò ci deve far riflettere sul modo in cui possiamo rendere incisivo l’annunzio del Vangelo.
A questo riguardo Marco ha ancora qualcosa da dirci: una breve nota chiude la piccola catechesi missionaria (vss 12-13) ricordandoci ancora come la missione dei dodici sia la stessa di Gesù: predicare, lottare contro il male fisico (ungere e guarire i malati) e morale (scacciare i demoni), annunziare la conversione. E la missione dei dodici va avanti nonostante la possibilità dell’incomprensione e del rifiuto.
Si tratta, infatti, di annunziare quel “Vangelo della salvezza” di cui parla il passo della lettera agli Efesini scelta per la liturgia di oggi. La missione dei dodici è vista, nel testo di Marco, come l’anticipazione della missione che attende l’intera comunità cristiana. Essa è in questo modo posta oggi davanti a una serie di sfide: la missione non è una nostra iniziativa, ma la risposta a una chiamata. La missione non deve arrestarsi di fronte alla possibilità dell’insuccesso, anzi, non deve preoccuparsi di risultare gradita a coloro che potrebbero osteggiarla.
La comunità cristiana, infine, è invitata a proseguire la sua missione a favore degli uomini non sulla base di criteri di efficienza o di successo, sui quali non di rado la chiesa continua ancora a fondarsi, ma sulla fiducia, molto chiara nel testo di Marco, che è Gesù stesso ad agire attraverso coloro che egli ha mandato.
Luca Mazzinghi

PROSSIMAMENTE

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