3ª Domenica T.O. – ANNO A
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La Domenica della Parola di Dio, istituita da Papa Francesco nel 2019, quest’anno ha il motto “Rimanete nella mia Parola” (Gv 8,31). Questo evento sottolinea l’importanza della Bibbia, invitandoci a riflettere profondamente sulla centralità della Parola di Dio nelle nostre vite. La citazione evangelica richiama l’invito di Gesù a rimanere fedeli ai suoi insegnamenti, incoraggiando una comunione più stretta con la Sacra Scrittura. Durante questa giornata, la Chiesa ci invita a partecipare attivamente alla liturgia della Parola, promuovendo la lettura e la meditazione quotidiana della Bibbia. Sottolinea l’importanza di integrare la Parola di Dio nella preghiera personale e comunitaria, riconoscendo il suo potere trasformativo nelle vite dei credenti. La Domenica della Parola di Dio è un’opportunità per rafforzare il legame tra la comunità cristiana e la Sacra Scrittura, incoraggiando una comprensione più profonda e un’applicazione pratica degli insegnamenti biblici nella vita quotidiana.
Canto
Atto penitenziale
Signore, tu ci chiami a seguirti ma noi confessiamo di vivere in un modo non è sempre aderente a quello di tuoi discepoli: abbi pietà di noi!
Signore, pietà!
Cristo, in te siamo figli adottivi del Padre ma confessiamo la difficoltà a vivere i rapporti umani come rapporti di fraternità: abbi pietà di noi!
Cristo, pietà!
Signore, ci hai dato la tua Parola di verità e lo Spirito Santo ma confessiamo di affidarci con troppa lentezza alla tua iniziativa di speranza verso l’umanità: abbi pietà di noi!
Signore, pietà!
Gloria
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
O Padre, che nel tuo Figlio venuto in mezzo a noi hai dato compimento alle promesse dell’antica alleanza, donaci la grazia di una continua conversione, per accogliere, in un mondo che passa, il Vangelo della vita che non tramonta. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gn 3,1-5.10
Il Libro di Giona è un grande apologo scritto per combattere l’integralismo religioso e civile. Narra la storia del profeta Giona, incaricato da Dio di predicare la distruzione di Ninive, la grande città nemica del suo popolo. Giona tenta di fuggire imbarcandosi su una nave, ma viene gettato in mare durante una tempesta. Dopo essere stato inghiottito da un grande pesce e poi liberato sulla riva dopo tre giorni, Giona di malavoglia obbedisce e si reca a Ninive. Sorprendentemente, la città si pente, riceve il perdono divino e non viene distrutta. Tuttavia, Giona, scontento per la grazia mostrata da Dio, desidera la morte. Il libro sottolinea il tema della misericordia divina verso tutte le nazioni.
Dal libro del profeta Giona
Fu rivolta a Giona questa parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.
Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».
I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. […]
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 24 (25)
Rit. Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza.
Rit.
Ricòrdati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricòrdati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Rit.
Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via.
Rit. Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
Seconda Lettura 1Cor 7,29-31
Nel capitolo 7 della Prima Lettera ai Corinzi Paolo affronta il tema della sessualità e del matrimonio con lo stile proprio delle sue lettere: a partire dalle domande della comunità, propone linee guida etiche e consigli pratici nella prospettiva di una fine del mondo allora ritenuta imminente.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo!
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Mc 1,15
Alleluia, alleluia.
Il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete nel Vangelo.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Mc 1,14-20
Dal Vangelo secondo Marco
Gloria a te, o Signore.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.
Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito, Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero; generato, non creato: della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. (si china il capo) Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo; e per opera dello Spirito santo si è incarnato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi, sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture; è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti: e il suo regno non avrà fine.
Credo nello Spirito santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato: e ha parlato per mezzo dei profeti.
Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. E aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.
Il regno di Dio
è vicino;
convertitevi
e credeteal vangelo
La nostra preghiera di oggi
Il Signore nel Vangelo di oggi ci rinnova l’invito a convertirci.
- Signore libera la tua Chiesa da ogni pregiudizio verso le diverse confessioni cristiane,
– dai rancori e dai sospetti che oscurano l’intelligenza e induriscono il cuore, che impediscono di vivere da veri testimoni del tuo amore. - Signore perdona i nostri rifiuti e la nostra violenza verso le altre chiese cristiane, verso la loro tradizione e la loro liturgia;
– perdona gli ostacoli che noi abbiamo creato all’evangelizzazione di tutti gli uomini. - Signore illumina la nostra vita, dai un senso alla storia
– e donaci la forza di fare delle scelte decisive alla luce della tua parola. - Signore concedici di testimoniare il tuo amore con le nostre azioni e la nostra solidarietà,
– da’ forza e costanza a chi, impegnato nel volontariato, si mette al servizio dei fratelli. - Signore converti i cuori di chi si ostina a fomentare le paure, il sospetto dell’altro e il razzismo;
– allontana dalla terra la minaccia della guerra e ridona speranza ai poveri del mondo. - Signore, che chiami ciascuno per nome:
– accogli accanto a te Andrea e tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli defunti. - (Intenzioni personali formulate nel silenzio)
(Tutti) Signore Dio, che chiami alla conversione i tuoi credenti, correggi gli errori e rendi salda la verità: dona al tuo popolo l’unità che tu vuoi, e fa’ che rigettiamo lo spirito di divisione per essere tuoi servi fedeli, uniti al Pastore della tua chiesa, Gesù Cristo tuo Figlio, nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo. (Mc 1,15)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: testi sulla buona notizia (Isaia 40,9-11; 61,1-3; Romani 10; 1Corinti 15).
Letture di domenica prossima, IV del tempo Ordinario B:
Deuteronomio 18,15-20; Salmo 94; 1Corinti 7,32-35; Marco 1,21-28.
Gesù, la buona notizia
Il brano di Marco proposto oggi è l’inizio della prima grande sezione del Vangelo (Mc 1,14-3,6). Al cuore di questa prima parte c’è la descrizione dell’inizio della missione di Gesù, che suscita in chi lo incontra una domanda continua: «chi è mai costui?». Tutta la prima metà del Vangelo di Marco (fino a 8,30) è, infatti, un lungo cammino alla scoperta del Signore, un cammino che si scontra con un’opposizione crescente, come in seguito vedremo: da parte delle autorità civili e religiose, da parte delle folle, da parte, infine, degli stessi discepoli che non vogliono comprendere.
I versetti proposti dalla liturgia di oggi costituiscono, in particolare, il preludio alla celebre “giornata di Cafarnao” (Mc 1,21‑39) con la quale Marco apre la prima tappa del suo Vangelo. La scena si apre in Galilea, che per Marco acquisterà un’importanza tutta speciale; la Galilea, luogo di frontiera, regione abitata da ebrei e da pagani, diviene nel secondo Vangelo il segno di un incontro tra Gesù e il mondo intero. E ancora più significativo è il contesto geografico dove i primi discepoli vengono chiamati: il “mare”, ovvero il lago di Tiberiade che sarà al centro della prima metà del Vangelo di Marco: il mare, simbolo della morte e delle forze ostili a Dio, ma luogo di confine e immagine della missione di Gesù compiuta tra ebrei e pagani.
Nel Vangelo di Marco Giovanni il Battista scompare subito dalla scena e, immediatamente, ci viene presentata una sintesi del primo messaggio di Gesù. La domanda posta da Dio a Giona (Gn 4,11) trova già una risposta: il «tempo è compiuto», ovvero è finito, per Israele e per tutti gli altri uomini, il tempo dell’attesa della salvezza. Infatti, ed è questo il secondo elemento del messaggio, «il regno di Dio è vicino». Nella persona di Gesù, cioè, si fa presente quella salvezza che, appunto, l’immagine “politica” del “regno di Dio” ci ricorda. Nasce allora un’esigenza che la terza parte del messaggio di Gesù (v. 15) mette in luce: è necessario convertirsi, cambiare cioè mentalità e vita per poter accogliere il Vangelo, la buona notizia: così, infatti, va interpretata l’ultima parte del v. 15: «convertitevi, cioè credete alla buona notizia».
La domanda posta a Giona ha dunque trovato risposta nella scoperta di una misericordia di Dio
ancora più grande di quanto Giona poteva immaginare: il Signore stesso è venuto incontro agli uomini. E non c’è più bisogno, come per gli abitanti di Ninive, di convertirsi perché Dio possa benignamente concedere il suo perdono. La conversione diviene la risposta a un atto di salvezza che Dio ha già compiuto, nel momento stesso in cui il suo regno si è fatto presente tra gli uomini nella persona di Gesù. In altre parole, la conversione non è più uno sforzo ascetico per arrivare ad essere come Dio ci vuole o per ottenere il suo perdono: è, invece, accettare di cambiare la nostra vita per accogliere quella buona notizia della salvezza che ci è già stata donata, quella persona che ci è già venuta incontro: Gesù.
Uno dei grandi temi di fondo dei Vangelo di Marco è la figura dei discepoli, che oscillano tra generosità, fede e incomprensione. È interessante osservare come per Marco la chiamata dei discepoli sia il primo effetto della parola di Gesù, che dunque si rivela immediatamente efficace (v. la diversa presentazione fatta in Mt 4,18‑22 e Lc 5,1‑11), rivolgendosi a persone normali, normalmente intente al loro lavoro quotidiano, in questo caso la pesca. La figura dei discepoli collocata in questi versetti serve a Marco per descrivere chi sono coloro che hanno “creduto” alla buona notizia e che si sono convertiti, «lasciando tutto, subito». Il termine “subito”, avverbio caro a Marco, che lo usa ben 41 volte nel suo Vangelo, indica la connessione di una azione con un’altra e l’importanza del fatto narrato: seguire Gesù è così accogliere la sua parola e renderla immediatamente efficace nella nostra vita. Fin dall’inizio del Vangelo di Marco è chiaro come l’essere discepoli significa l’aver accolto con fiducia una parola che cambia la nostra vita, spingendoci a diventare messaggeri della buona notizia, “pescatori di uomini”, secondo la celebre immagine usata da Gesù.
In questo modo, i discepoli di Gesù continuano l’opera alla quale Giona era stato chiamato: di fronte alla grande città, di fronte al “mondo” i cristiani non sono inviati a combatterlo, né a chiudersi in se stessi nel calore familiare delle proprie comunità di eletti, attendendo magari la rovina degli altri che non si convertono. I cristiani e la comunità cristiana sono chiamati, piuttosto, proprio come i primi discepoli di cui Marco oggi ci parla, a portare una “buona notizia” che è, in realtà, la presenza stessa del Signore, che si rivolge al mondo perché lo ama, come già il libro di Giona ci aveva rivelato e come il Vangelo ci conferma.
Luca Mazzinghi