5ª DOMENICA di QUARESIMA – ANNO A
Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.
Canto
Atto penitenziale
Gesù Messia che doni l’acqua a chi ha sete, tu fai zampillare in noi una fonte di vita eterna.
Signore, pietà!
Cristo, luce vera che illumini ogni uomo che viene nel mondo, tu apri gli occhi a quelli che si riconoscono ciechi.
Cristo, pietà!
Signore, vincitore della morte che chiami Lazzaro dal sepolcro, tu sei la resurrezione e la vita per chi crede in te.
Signore, pietà!
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
Dio dei viventi, che hai manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l’amico Lazzaro, ascolta con benevolenza il gemito della tua Chiesa, e chiama a vita nuova coloro che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Ez 37,12-14
Dal libro del profeta Ezechiele
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele.
Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio.
Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L’ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Dio.
Parola di Dio.Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 129 (130)
Rit. Il Signore è bontà e misericordia.
Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica.
Rit.
Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore.
Rit.
Io spero, Signore.
Spera l’anima mia, attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora.
Rit.
Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Rit. Il Signore è bontà e misericordia.
Seconda Lettura Rm 8,8-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cf. Gv 11,25a.26
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Io sono la risurrezione e la vita, dice il Signore,
chi crede in me non morirà in eterno.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Gv 11,1-45
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».
All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».
Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo». Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.
Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Io sono
la risurrezione
e la vita
La nostra preghiera di oggi
Dio ci ha creato per la vita e non per la morte. Veniamo da lui, viviamo in lui, vivremo sempre con lui.
- Signore, tu hai stretto profondi rapporti di amicizia con Lazzaro e le sue sorelle: ricordati di chi si sente solo, senza futuro e abbandonato da tutti;
– donaci di saper costruire con gli altri rapporti autentici, fondati sulla verità. - Signore, tu hai pianto davanti al sepolcro di Lazzaro, non hai accettato il distacco di una persona a te cara: ricordati di coloro che piangono per la morte di una persona amata;
– infondi in noi la disponibilità alla condivisione per essere segni silenziosi di speranza. - Signore, in Lazzaro chiami ogni uomo a “venir fuori”, a rompere le bende della sua schiavitù: ricordati degli oppressi, di chi vive l’incubo della guerra e di chi ha paura ad affrontare sé stesso;
– dacci il coraggio di lottare contro ogni forma di schiavitù. - Signore, tu sei la risurrezione e la vita, credere in te è vivere la speranza della vita eterna: ricordati di coloro che non hanno speranza, del malato non curabile, del depresso; ricordati di Patrizia, Franca, Orlanda e Alfonsa e dei nostri fratelli defunti;
– insegnaci a scorgere nella nostra storia i tuoi segni d’amore.
(Tutti): Dio nostro, le tue misericordie non sono finite, né la tua compassione è esaurita: rinnovale ogni giorno perché grande è la tua fedeltà. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
«Chiunque vive e crede in me non morirà in eterno», dice il Signore. (Gv 11,26)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: la nostra resurrezione: 1Corinti 15; Efesini 2,1-10.
Letture di domenica prossima, delle Palme e della Passione del Signore:
Isaia 50,4-7; Salmo 22; Lettera ai Filippesi 2,6-11; Matteo 26,14-27,66.
Io sono la risurrezione
Bruno Maggioni
Gesù afferma: «Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in me, anche se muore, vivrà, chiunque vive e crede in me, non morirà mai» (11,25‑26). Al centro di queste parole c’è la persona di Gesù, il cui significato di salvezza («Io sono») è posto all’inizio, quale unica ragione che sostiene le due affermazioni successive, in ciascuna delle quali il riferimento alla sua persona è, peraltro, ulteriormente ribadito («in me»). La fede è posta in forte rilievo, addirittura come condizione unica e irrinunciabile («Chi crede in me… chiunque vive e crede in me»).
È sotteso un contrasto fra la vita dell’uomo senza Cristo e la vita in Cristo: punto di partenza è la vita terrena (senza Cristo), il cui destino naturale è la caducità (idea questa richiamata dai due cenni alla morte: «Anche se muore… non morirà»): ma a questa vita segnata dalla caducità viene aperta, nella fede in Cristo, una nuova possibilità: nella fede la frontiera della morte può essere superata («anche se muore, vivrà»). Nella fede la vita presente ha in sé una forza nuova («non morirà mai»).
Di fronte al sepolcro dell’amico Gesù scoppia a piangere. Il suo pianto non è rumoroso, ma sereno. Solidarizza con il dolore, non con la disperazione. La morte resta un mistero inquietante, che in nessun modo va attenuato: anche Gesù ha pianto di fronte alla morte dell’amico (11,35), come ha provato smarrimento di fronte all’imminenza della croce (12,27ss). La morte, come la croce, continua a rimanere uno scandalo: sei di fronte a un Dio che dice di amarti e che tuttavia sembra abbandonarti.
È anche questo un aspetto che il racconto di Lazzaro vuole illustrare. Gesù piange dimostrando, in tal modo, di amare Lazzaro profondamente: «Vedi come lo amava!», esclamano alcuni presenti. Ma altri, ironicamente: «Costui che ha aperto gli occhi al cieco non poteva far sì che questi non morisse?» (11,37). È il mistero dell’esistenza dell’uomo, amato da Dio e tuttavia abbandonato alla morte. Un mistero che nella croce si rispecchia e si risolve: la morte, come la croce, non è il segno dell’abbandono di Dio.