2ª DOMENICA di QUARESIMA – ANNO A
Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.
Canto
Atto penitenziale
Signore, Abramo obbedì alla tua chiamata e si mise in viaggio: perdonaci per le nostre paure e per l’attaccamento verso le cose che ci impedisce di seguirti. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Cristo, Tu ci hai salvati e ci hai chiamati con una vocazione santa ad imparare l’amore da te: perdonaci per le nostre ottusità e i compromessi che sviliscono il tuo Vangelo. Abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!
Signore, Tu hai confermato con la trasfigurazione il cammino verso la passione e la morte per poi risorgere: perdonaci per la nostra negligenza a sostare in ascolto della tua parola per vivere quotidianamente l’esperienza pasquale. Abbi pietà di noi.
Signore, pietà!
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
O Dio, che hai chiamato alla fede i nostri padri e per mezzo del Vangelo hai fatto risplendere la vita, aprici all’ascolto del tuo Figlio, perché, accogliendo in noi il mistero della croce, possiamo essere con lui trasfigurati nella luce. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gn 12,1-4
Dal libro della Genesi
In quei giorni, il Signore disse ad Abram:
«Vàttene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherò.
Farò di te una grande nazione
e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.
Benedirò coloro che ti benediranno
e coloro che ti malediranno maledirò,
e in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra».
Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 32 (33)
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.
Rit.
Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.
Rit.
L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.
Rit. Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.
Seconda Lettura 2Tm 1,8-10
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo a Timoteo
Figlio mio, con la forza di Dio, soffri con me per il Vangelo. Egli infatti ci ha salvati e ci ha chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la sua grazia. Questa ci è stata data in Cristo Gesù fin dall’eternità, ma è stata rivelata ora, con la manifestazione del salvatore nostro Cristo Gesù. Egli ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’incorruttibilità per mezzo del Vangelo.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Cf. Mc 9,7
Lode a te o Cristo, re di eterna gloria!
Dalla nube luminosa, si udì la voce del Padre:
«Questi è il mio Figlio, l’amato: ascoltatelo!».
Lode a te o Cristo, re di eterna gloria!
VANGELO Mt 17,1-9
Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.
Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra;
e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
La nostra preghiera di oggi
Sorelle e fratelli, come Gesù sul monte, eleviamo la nostra preghiera al Padre; egli accolga e trasfiguri in segno della sua gloria le nostre miserie e le nostre aspirazioni.
- Tuo Figlio salì sul monte a pregare per comprendere da te come essere fedele al tuo disegno d’amore;
– la preghiera della Chiesa sia sempre più il luogo nel quale essa scopre come esserti fedele nel mondo di oggi. - Il volto del tuo Figlio cambiò d’aspetto e mostrò la gloria della resurrezione che passa per la croce:
– il tuo Spirito ci renda capaci di vivere il vangelo anche quando ci fa soffrire per essere la trasfigurazione del tuo amore. - La tua voce sul monte ha indicato nel tuo Figlio colui che dobbiamo ascoltare;
– fa’ che sappiamo metterci in ascolto della Scrittura e della voce che sale da ogni nostro fratello che è l’immagine del tuo volto. - Tuo Figlio ha ordinato ai suoi discepoli di alzarsi e non temere:
– scuotici dall’apatia del non comprometterci col mondo, rialzaci dai nostri individualismi per aprirci all’impegno sociale e politico. - Tuo Figlio, scendendo dal monte, ha ordinato ai discepoli di non dire niente fino alla sua resurrezione:
– fa’ che ti serviamo per amore invece che per apparire; nei fatti più che a parole. - Tuo Figlio ha annunciato la sua resurrezione dai morti:
– fa’ che Anna Pia, Giuseppe e i nostri fratelli e sorelle defunti partecipino alla morte e resurrezione di Gesù.
(Tutti): Signore Dio, nella nostra salita verso Gerusalemme, fa’ che camminiamo con perseveranza tenendo fisso lo sguardo su Gesù sottoposto alla croce, ma risorto e vivente con te e lo Spirito santo nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo. (Mt 17,5)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: la testimonianza di Pietro sulla trasfigurazione 2Pt 1,12-21 e quella di Giovanni sulla glorificazione del crocifisso Gv 12,20-36; la trasfigurazione del Signore e quella del cristiano 2Cor 3,1-18; Fil 3,20-21.
Letture di domenica prossima, III del tempo di Quaresima
Esodo 17, 3-7; Salmo 95; Lettera ai Romani 5,1-8; Giovanni 4,5-42.
Le vesti e il volto – di Bruno Maggioni
Gesù si trasfigura: le vesti candide e il volto splendente ci pongono in direzione del Figlio dell’uomo di Daniele, glorioso e vincitore, e ci rivelano che Gesù, incamminato verso la croce, è in realtà il Signore, è il Risorto. La via che Gesù sta percorrendo nasconde un significato pasquale. Ma si tratta di un anticipo fugace e provvisorio: la strada da percorrere è ancora quella della croce. E difatti i tre discepoli prediletti, chiamati a vedere in anticipo la gloria di Gesù, sono i medesimi che fra breve, nel Getzemani, saranno chiamati a vedere la sua debolezza.
Comprendiamo così che la trasfigurazione non è soltanto la rivelazione dell’identità profonda di Gesù e del suo cammino. È nel contempo una rivelazione dell’identità del discepolo. La via del discepolo è come quella del Maestro, ugualmente incamminata verso la croce e la risurrezione. Nel cammino della fede non mancano – come appunto insegna la trasfigurazione di Gesù – momenti chiari, gioiosi, all’interno della fatica dell’esistenza cristiana. Occorre saperli scorgere e saperli leggere. Il loro carattere è però fugace e provvisorio, e il discepolo deve imparare ad accontentarsi. Pietro desiderava eternizzare quell’improvvisa chiara visione, quella gioiosa esperienza: «Maestro, è bello per noi stare qui». Ma è un desiderio che rivela un’incomprensione dell’avvenimento. I momenti gioiosi e chiari disseminati nella vita di fede non sono il definitivo, ma soltanto la sua pregustazione: non sono la meta, ma soltanto un anticipo profetico di essa. La strada del discepolo è ancora quella della croce. Dio offre una caparra: bisogna farvi credito, senza limiti.
Mosè ed Elia sono personaggi particolarmente qualificati a discorrere con Gesù nel suo cammino. Mosè guidò il popolo di Dio nel passaggio dall’Egitto alla terra promessa. Ma fu anche chiamato a vivere un esodo personale. Crebbe alla corte del faraone, ma preferì la solidarietà con il suo popolo; minacciato da uno del suo popolo in favore del quale era intervenuto, è costretto a fuggire nel deserto; chiamato da Dio a guidare la marcia di Israele verso la libertà, provò ripetutamente l’amarezza della contestazione e dell’abbandono; e mori alle soglie della terra promessa, senza la soddisfazione di entrarvi. Ma Mosè non venne mai meno nella sua fede.
Elia – profeta fra i più tenaci e vigorosi, insofferente di ogni forma di idolatria e della corruzione del governo – conobbe la via della fuga, del deserto e della solitudine, ma anche contemporaneamente, la gioia della presenza del Signore e il conforto della sua parola.
Ascoltatelo
Gesù ha parlato con Mosè ed Elia, come a dire che l’ascolto delle Scritture – che appunto parlano dell’esperienza di Mosè, di Elia e di altri profeti – aiuta a comprendere più a fondo il senso del cammino che Gesù ha compiuto e che il discepolo deve a sua volta compiere.
Gesù è incamminato verso la croce, ma è il profeta definitivo, l’ultima parola di Dio: «ascoltatelo». L’atteggiamento fondamentale del suo discepolo è l’ascolto. Il discepolo rinuncia a essere la misura della verità, e si sottomette a una parola che non è sua.
«Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo»: il discepolo non vede più la gloria del Signore Gesù, gli resta però il Gesù terreno, incamminato verso la croce, e gli resta la parola della voce che gli spiega chi egli è. Non occorre altro. Non si tratta di una parola che trasmette nozioni qualsiasi. Racconta chi è Dio, chi siamo noi, e quale è il senso della storia nella quale viviamo. Dunque, una parola che indica ciò che dobbiamo fare e come dobbiamo interpretare le cose che accadono. Non resta che ascoltarla con cuore attento, obbedienza e conversione. Questa è la fede. E questa è l’unica via che conduce alla pasqua.