6ª DOMENICA T.O. – ANNO A

Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.

Canto

 

Atto penitenziale

Signore Gesù,
ascoltiamo la tua parola di perdono
ma la nostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

Cristo Signore,
portiamo la nostra offerta al tuo altare
ma non siamo riconciliati con i nostri fratelli: abbi pietà di noi.
Cristo, pietà!

Signore Gesù,
comunichiamo al tuo corpo e al tuo sangue
ma non facciamo della nostra vita una comunione con te: abbi pietà di noi.
Signore, pietà!

 

Gloria

 

Colletta

Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.

O Dio, che hai rivelato la pienezza della legge nel comandamento dell’amore, dona al tuo popolo di conoscere le profondità della sapienza e della giustizia, per entrare nel tuo regno di riconciliazione e di pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

LITURGIA DELLA PAROLA

 

Prima Lettura    Sir 15,16-21

Dal libro del Siràcide
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; se hai fiducia in lui, anche tu vivrai. Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano. Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande infatti è la sapienza del Signore; forte e potente, egli vede ogni cosa. I suoi occhi sono su coloro che lo temono, egli conosce ogni opera degli uomini. A nessuno ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Salmo responsoriale  dal Salmo 118 (119)

Rit. Beato chi cammina nella legge del Signore.
Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore.
Rit.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.
Rit.
Sii benevolo con il tuo servo e avrò vita,
osserverò la tua parola.
Aprimi gli occhi perché io consideri
le meraviglie della tua legge.
Rit.
Insegnami, Signore, la via dei tuoi decreti
e la custodirò sino alla fine.
Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge
e la osservi con tutto il cuore.
Rit.

 

Seconda Lettura    1Cor 2,6-10

Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi
Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria.
Nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria.
Ma, come sta scritto:  «Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano». Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.

 

Canto al vangelo         Mt 11,25

Alleluia, alleluia.
Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno.
Alleluia, alleluia.

VANGELO  Mt 5,17-37

Dal Vangelo secondo Matteo
Gloria a te, o Signore.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.
Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.
Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.
Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.

 

La professione di fede

Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.

 

 

Ma io vi dico…

 

 

La nostra preghiera di oggi

Preghiamo il Signore perché ci dia la forza di realizzare con le opere la parola che abbiamo accolto nel nostro cuore.

  • «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli»
    – svegliaci, Signore, dal nostro quieto vivere, dall’illusione che ci giustifichi l’osservanza di una legge invece delle esigenze dell’amore.
  • «Io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio… se tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia la tua preghiera e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello»
    – rendici, Signore, capaci di perdono, accoglienti verso i fratelli e operatori di pace.
  • «Io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore»
    – donaci, Signore, un amore talmente grande da assomigliare a te che rimani fedele per sempre.
  • «Io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, né per la terra, né per la tua testa… il vostro parlare sia sì, sì; no, no»
    – rendici, Signore, persone trasparenti, che non hanno bisogno di nascondersi nella falsità: che ogni nostra parola sia vissuta e testimoniata con la vita.
  • «Io sono venuto a dare pieno compimento».
    – fa’, Signore, che il nostro cuore si apra alla speranza che la nostra vita, insiema a quella di Liliana, Giuseppa, Natalina, Rita e dei nostri fratelli e sorelle defunti, si compirà in te.

(Tutti): Signore, stiamo vivendo momenti difficili e di cambiamento: oggi vogliamo affidarti soprattutto coloro che soffrono per il terremoto in Siria e Turchia. Fa’ che non ci chiudiamo nell’egoismo e facci vivere una giustizia superiore a quella degli scribi e dei farisei di oggi. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

Canto all’offertorio

Santo

Agnello di Dio

 

Antifona alla comunione

Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:

Chi osserverà e insegnerà i precetti del Signore sarà grande nel regno dei cieli. (Cf. Mt 5,19)

 

Comunione

 

Canto finale

Per la preghiera a casa

Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: San Paolo nella lettera ai Romani riflette approfonditamente sul superamento della legge Mosaica e la vita nuova in Cristo. Durante la settimana possiamo leggere tutta la lettera, in particolare: la giustizia della legge e la giustificazione attraverso la fede (Rm 3-5); la legge nuova del Cristo (Rm 13,8-10); la libertà frutto dello Spirito (Rm 8)

Le letture di Domenica prossima, settima del tempo ordinario. anno A
Levitico 19,1-2.17-18; Salmo 102; Prima lettera ai Corinti 3,16-23; Matteo 5,38-48

Lo specifico cristiano
Ci diventa chiaro che tutto il Discorso della Montagna si riduce a nulla se non si considera chi lo tenne e come giunse a quell’altra montagna, al Golgota, sulla quale mantenne ciò che aveva promesso nel suo discorso. Solo in comunione con Gesù, solo diventando suoi discepoli, l’impossibile diventa possibile: si ama davvero dove prima ci si odiava; si benedice davvero chi prima si malediva; si ripaga il male col bene e così si riesce ad estirparlo. Il segreto del Discorso della Montagna non è nei suoi elevati ideali morali che tanti condividono a parole, ma quasi nessuno segue. Il segreto del Discorso della Montagna è Gesù stesso. Se lo si capisce, allora se ne comprende la sfida ed il peso diventa leggero. Se non lo Si capisce, resta estraneo, irritante, insensato: resta una norma inadempibile, che fa solo disperare di sé. (…) 
Il Discorso della Montagna si è avverato proprio attraverso lo stesso Predicatore della Montagna, per questo non è un ideale troppo elevato. È la rivelazione della realtà di Dio, di cui tutti noi viviamo. Essa si avvera in noi, quando sperimentiamo che Gesù vive anche per noi, che soffre anche per noi e che è morto anche per noi, come se fossimo noi i nemici e gli empi (cf. Rm 5, 6). Dio non viene a noi se non grazie all’amore per i nemici. Il Dio che ci ama non chiede del bene e del male, perché anche il mio bene non è tale davanti a lui. Il Dio che ci ama cerca il nemico e compie per il nemico il suo atto d’amore fecondo. Altrimenti, nessuno di noi potrebbe parlare di un amore di Dio che egli stesso abbia sperimentato. Altrimenti, nessuno potrebbe diventare figlio o figlia di questo Dio. I figli di Dio sono nemici domati. I figli di Dio vivono di un amore che è costato caro: questo amore è stato pagato da Dio con la morte del Figlio amato. Attraverso di lui, i figli di Dio sono liberati dal circolo vizioso dell’odio nel cuore e della discordia nel mondo.
J. Moltmann, Amate i vostri nemici, pp. 61-62.79.

Il Dio in cui non credo (Juan Arias)
Si, io non crederò mai in:
il Dio che “sorprenda” l’uomo in un peccato di debolezza.
Il Dio che condanni la materia.
Il Dio incapace di dare una risposta ai problemi gravi di un uomo sincero e onesto che dice piangendo: “non posso”.
Il Dio che ami il dolore.
Il Dio che metta la luce rossa alle gioie umane.
Il Dio che sterilizza la ragione dell’uomo.
Il Dio che benedica i nuovi Caini dell’umanità.
Il Dio mago e stregone.
Il Dio che non si lasci dare del tu.
Il Dio nonno di cui si possa abusare.
Il Dio che si faccia monopolio di una Chiesa, di una razza, di una cultura, di una casta.
Il Dio che non abbia bisogno dell’uomo.
Il Dio lotteria in cui si vinca solo a sorte.
Il Dio arbitro che giudichi sempre col regolamento alla mano.
Il Dio solitario.
Il Dio incapace di sorridere di fronte a molte monellerie degli uomini.
Il Dio che “giochi” a condannare.
Il Dio che “mandi” all’inferno.
Il Dio che non sappia aspettare.
Il Dio che esiga sempre dieci agli esami.
Un Dio capace di essere spiegato da una filosofia.
Il Dio che adorano quelli che sono capaci di condannare un uomo.
Il Dio incapace di amare quello che molti disprezzano.
Il Dio incapace di perdonare tante cose che gli uomini condannano.
Il Dio incapace di redimere la miseria.
Il Dio incapace di capire che i “bambini” devono insudiciarsi e sono smemorati.
Il Dio che impedisca all’uomo di crescere, di conquistare, di trasformarsi, di superarsi fino a farsi “quasi un Dio”.
Il Dio che esiga dall’uomo, perché creda, di rinunciare a essere uomo.
Il Dio che non accetti una sedia nelle nostre feste umane.
Il Dio che è capito soltanto dai maturi, i sapienti, i sistemati.
Il Dio che non è temuto dai ricchi alla cui porta sta la fame e la miseria.
Il Dio capace di essere accettato e compreso dagli egoisti.
Il Dio onorato da quelli che vanno a messa e continuano a rubare e a calunniare.
Il Dio asettico, elaborato in un gabinetto scientifico da tanti teologi e canonisti.
Il Dio che non sappia scoprire qualcosa della sua bontà, della sua essenza là dove vibra un amore per quanto sbagliato.
Il Dio a cui piaccia la beneficenza di chi non pratica la giustizia.
Il Dio per cui è il medesimo peccato compiacersi alla vista di due belle gambe, distrarsi nelle preghiere, calunniare il prossimo, frodare dal salario gli operai o abusare del potere.
Il Dio che condanni la sessualità.
Il Dio del “me la pagherai”.
Il Dio che si penta qualche volta di aver regalato la libertà all’uomo.
Il Dio che preferisca l’ingiustizia al disordine.
Il Dio che si accontenti che l’uomo si metta in ginocchio anche se non lavora.
Il Dio muto e insensibile nella storia di fronte ai problemi angosciosi dell’umanità che soffre.
Il Dio a cui interessano le anime e non gli uomini.
Il Dio morfina per il rinnovamento della terra e speranza soltanto per la vita futura.
Il Dio che crei discepoli che disertano i compiti del mondo e sono indifferenti alla storia dei loro fratelli.
Il Dio di quelli che credono di amare Dio, perché non amano nessuno.
Il Dio che è difeso da quanti non si macchiano mai le mani, non si affacciano mai alla finestra, non si gettano mai nell’acqua.
Il Dio a cui piacciano quelli che dicono sempre: “tutto va bene”.
Il Dio di quelli che pretendono che il sacerdote cosparga di acqua benedetta i sepolcri imbiancati delle loro sporche manovre.
Il Dio che predicano quei preti che credono che l’inferno è pieno e il cielo quasi vuoto.
Il Dio di quei preti che pretendono che si possa criticare tutto e tutti all’infuori di loro.
Il Dio che giustifichi la guerra.
Il Dio che ponga la legge al di sopra della coscienza.
Il Dio che sostenga una chiesa statica, immobile, incapace di purificarsi, di perfezionarsi e di evolversi.
Il Dio di quei preti che hanno risposte prefabbricate per tutto.
Il Dio che neghi all’uomo la libertà di peccare.
Il Dio che non continui a scomunicare i nuovi farisei della storia.
Il Dio che non sappia perdonare qualche peccato.
Il Dio che preferisca i ricchi.
Il Dio che “causi” il cancro, che “invii” la leucemia, che “renda sterile” la donna o che “si porti via” il padre di famiglia che lascia cinque creature nella miseria.
Il Dio che possa essere pregato solo in ginocchio, che si possa incontrare solo in chiesa.
Il Dio che non salvi quanti non lo hanno conosciuto ma lo hanno desiderato e cercato.
Il Dio che “mandi” all’inferno il bambino dopo il suo primo peccato.
Il Dio che non dia all’uomo la possibilità di potersi condannare.
Il Dio per cui l’uomo non sia la misura di tutto il creato.
Il Dio che non vada incontro a chi lo ha abbandonato.
Il Dio incapace di far nuove tutte le cose.
Il Dio che non abbia una parola diversa, personale, propria per ciascun individuo.
Il Dio che non abbia mai pianto per gli uomini.
Il Dio che non sia la luce.
Il Dio che preferisca la purezza all’amore.
Il Dio insensibile di fronte a una rosa.
Il Dio che non possa scoprirsi negli occhi di un bambino o di una bella donna o di una madre che piange.
Il Dio che non sia presente dove vibra l’amore umano.
Il Dio che si sposi con la politica.
Il Dio di quanti pregano perché gli altri lavorino.
Il Dio che non possa essere pregato sulle spiagge.
Il Dio che non si riveli qualche volta a colui che lo desidera onestamente.
Il Dio che distrugga la terra e le cose che l’uomo ama di più invece di trasformarle.
Il Dio che non abbia misteri, che non sia più grande di noi.
Il Dio che per renderci felici ci offra una felicità separata dalla nostra natura umana.
Il Dio che annichilisca per sempre la nostra carne invece di risuscitarla.
Il Dio per cui gli uomini valgono non per ciò che sono ma per ciò che hanno o che rappresentano.
Il Dio che accetti come amico chi passa per la terra senza far felice nessuno.
Il Dio che non possieda la generosità del sole che bacia quando tocca, i fiori e il concime.
Il Dio incapace di divinizzare l’uomo facendolo sedere alla sua tavola e dandogli la sua eredità.
Il Dio che non sappia offrire un paradiso in cui noi ci sentiamo fratelli e in cui la luce non venga solo dal sole e dalle stelle ma soprattutto dagli uomini che amano.
Il Dio che non sia l’amore e che non sappia trasformare in amore quanto tocca.
Il Dio che abbracciando l’uomo già qui sulla terra non sappia comunicargli il gusto, la gioia, il piacere, la dolce sensazione di tutti gli amori umani messi insieme.
Il Dio incapace di innamorare l’uomo.
Il Dio che non si sia fatto vero uomo con tutte le sue conseguenze.
Il Dio che non sia nato dal ventre di una donna.
Il Dio che non abbia regalato agli uomini la sua stessa madre.
Il Dio nel quale io non possa sperare contro ogni speranza.