DOMENICA DELLE PALME
Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.
Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme
Fratelli e sorelle, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue, grazia e pace in abbondanza a tutti voi.
Tutti: E con il tuo Spirito.
Prete: Carissimi fratelli e sorelle, questa assemblea liturgica è preludio alla Pasqua del Signore, alla quale ci stiamo preparando con la penitenza e con le opere di carità fin dall’inizio della Quaresima. Gesù entra in Gerusalemme per dare compimento al mistero della sua morte e resurrezione: accompagniamo con fede e devozione il nostro Salvatore nel suo ingresso nella città santa, e chiediamo la grazia di seguirlo fino alla croce, per essere partecipi della sua resurrezione.
Benedizione dei rami di ulivo
Preghiamo.
Dio onnipotente ed eterno,
attraverso un ramo di ulivo
hai annunciato a Noè
e ai suoi figli la fine del castigo
e l’inizio dell’alleanza con ogni creatura;
attraverso i rami di ulivo
hai voluto che tuo Figlio Gesù
fosse salutato quale Messia, Re di pace,
umile e mite,
venuto per compiere l’alleanza definitiva
e portare la riconciliazione:
sii benedetto per questi rami †
che ci ricordano la tua alleanza perenne
con tutta la creazione,
sii benedetto per questa pianta dell’ulivo †
che ci dona l’olio della lucerna e della letizia,
sii benedetto per questi rami di ulivo †
segno della gioia pasquale
che ci prepariamo a vivere,
e accordaci, nella tua benedizione,
di accogliere gioiosamente colui che viene,
Gesù Cristo il Re, benedetto nei secoli dei secoli. Tutti: Amen.
VANGELO Lc 19,28-40
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
.
In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
Parola del Signore. Lode a te, o Cristo.
Imitiamo fratelli e sorelle, le folle di Gerusalemme che acclamavano Gesù Re e Messia e avviamoci in pace.
Canto
Colletta
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello agli uomini il Cristo tuo Figlio, nostro Salvatore, fatto uomo e umiliato fino alla morte di croce, fa’ che abbiamo sempre presente il grande insegnamento della sua passione, per partecipare alla gloria della risurrezione. Egli è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Is 50,4-7
Dal libro del profeta Isaia
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale dal Salmo 21 (22)
Rit. Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!».
Rit.
Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa.
Rit.
Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto.
Rit.
Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all’assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe, lo tema tutta la discendenza d’Israele.
Rit.
Seconda Lettura Fil 2,6-11
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi
Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo Fil 2,8-9
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
VANGELO Lc 22,14-23,56
Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Luca
– Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione
N. Quando venne l’ora [Gesù] prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse loro:
☩ «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, perché io vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio».
N. E ricevuto un calice, rese grazie e disse:
☩ «Prendetelo e fatelo passare tra voi, perché io vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non verrà il regno di Dio».
– Fate questo in memoria di me
N. Poi, prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:
☩ «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me».
N. E, dopo aver cenato, fece lo stesso con il calice dicendo:
☩ «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che è versato per voi.
– Guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito
Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. Il Figlio dell’uomo se ne va, secondo quanto è stabilito, ma guai a quell’uomo dal quale egli viene tradito!».
N. Allora essi cominciarono a domandarsi l’un l’altro chi di loro avrebbe fatto questo.
– Io sto in mezzo a voi come colui che serve
E nacque tra loro anche una discussione: chi di loro fosse da considerare più grande. Egli disse:
☩ «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno potere su di esse sono chiamati benefattori. Voi però non fate così; ma chi tra voi è più grande diventi come il più giovane e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove e io preparo per voi un regno, come il Padre mio l’ha preparato per me, perché mangiate e beviate alla mia mensa nel mio regno. E siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele.
– Tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli
Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli».
N. E Pietro gli disse:
A. «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte».
N. Gli rispose:
☩ «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
– Deve compiersi in me questa parola della Scrittura
N. Poi disse loro:
☩ «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?».
N. Risposero:
A. «Nulla».
N. Ed egli soggiunse:
☩ «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: “E fu annoverato tra gli empi” . Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento».
N. Ed essi dissero:
A. «Signore, ecco qui due spade».
N. Ma egli disse:
☩ «Basta».
– Entrato nella lotta pregava più intensamente
N. Uscì e andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro:
☩ «Pregate, per non entrare in tentazione».
N. Poi si allontanò da loro circa un tiro di sasso, cadde in ginocchio e pregava dicendo:
☩ «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà».
N. Gli apparve allora un angelo dal cielo per confortarlo. Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro:
☩ «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione».
– Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?
N. Mentre ancora egli parlava, ecco giungere una folla; colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a Gesù per baciarlo. Gesù gli disse:
☩ «Giuda, con un bacio tu tradisci il Figlio dell’uomo?».
N. Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero:
A. «Signore, dobbiamo colpire con la spada?».
N. E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo:
☩ «Lasciate! Basta così!».
N. E, toccandogli l’orecchio, lo guarì. Poi Gesù disse a coloro che erano venuti contro di lui, capi dei sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani:
☩ «Come se fossi un ladro siete venuti con spade e bastoni. Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete mai messo le mani su di me; ma questa è l’ora vostra e il potere delle tenebre».
– Uscito fuori, Pietro pianse amaramente
N. Dopo averlo catturato, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. Avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno; anche Pietro sedette in mezzo a loro. Una giovane serva lo vide seduto vicino al fuoco e, guardandolo attentamente, disse:
A. «Anche questi era con lui».
N. Ma egli negò dicendo:
A. «O donna, non lo conosco!».
N. Poco dopo un altro lo vide e disse:
A. «Anche tu sei uno di loro!».
N. Ma Pietro rispose:
A. «O uomo, non lo sono!».
N. Passata circa un’ora, un altro insisteva:
A. «In verità, anche questi era con lui; infatti è Galileo».
N. Ma Pietro disse:
A. «O uomo, non so quello che dici».
N. E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore, si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.
– Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?
E intanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo deridevano e lo picchiavano, gli bendavano gli occhi e gli dicevano:
A. «Fa’ il profeta! Chi è che ti ha colpito?».
N. E molte altre cose dicevano contro di lui, insultandolo.
– Lo condussero davanti al loro Sinedrio
Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i capi dei sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al loro Sinedrio e gli dissero:
A. «Se tu sei il Cristo, dillo a noi».
N. Rispose loro:
☩ «Anche se ve lo dico, non mi crederete; se vi interrogo, non mi risponderete. Ma d’ora in poi il Figlio dell’uomo siederà alla destra della potenza di Dio».
N. Allora tutti dissero:
A. «Tu dunque sei il Figlio di Dio?».
N. Ed egli rispose loro:
☩ «Voi stessi dite che io lo sono».
N. E quelli dissero:
A. «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L’abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».
– Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna
N. Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato e cominciarono ad accusarlo:
A. «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re».
N. Pilato allora lo interrogò:
A. «Sei tu il re dei Giudei?».
N. Ed egli rispose:
☩ «Tu lo dici».
N. Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla:
A. «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna».
N. Ma essi insistevano dicendo:
A. «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».
N. Udito ciò, Pilato domandò se quell’uomo era Galileo e, saputo che stava sotto l’autorità di Erode, lo rinviò a Erode, che in quei giorni si trovava anch’egli a Gerusalemme.
– Erode con i suoi soldati insulta Gesù
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto. Da molto tempo infatti desiderava vederlo, per averne sentito parlare, e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò, facendogli molte domande, ma egli non gli rispose nulla. Erano presenti anche i capi dei sacerdoti e gli scribi e insistevano nell’accusarlo. Allora anche Erode, con i suoi soldati, lo insultò, si fece beffe di lui, gli mise addosso una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici tra loro; prima infatti tra loro vi era stata inimicizia.
– Pilato abbandona Gesù alla loro volontà
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autorità e il popolo, disse loro:
A. «Mi avete portato quest’uomo come agitatore del popolo. Ecco, io l’ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in quest’uomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce l’ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciò, dopo averlo punito, lo rimetterò in libertà».
N. Ma essi si misero a gridare tutti insieme:
A. «Togli di mezzo costui! Rimettici in libertà Barabba!».
N. Questi era stato messo in prigione per una rivolta, scoppiata in città, e per omicidio. Pilato parlò loro di nuovo, perché voleva rimettere in libertà Gesù. Ma essi urlavano:
A. «Crocifiggilo, crocifiggilo!».
N. Ed egli, per la terza volta, disse loro:
A. «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato in lui nulla che meriti la morte. Dunque, lo punirò e lo rimetterò in libertà».
N. Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso, e le loro grida crescevano. Pilato allora decise che la loro richiesta venisse eseguita. Rimise in libertà colui che era stato messo in prigione per rivolta e omicidio, e che essi richiedevano, e consegnò Gesù al loro volere.
– Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse:
☩ «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattato”. Allora cominceranno a dire ai monti: “Cadete su di noi!” E alle colline: “Copriteci!” Perché se si tratta così il legno verde, che avverrà del legno secco?».
N. Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori.
– Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno
Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva:
☩ «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno».
N. Poi dividendo le sue vesti, le tirarono a sorte.
– Costui è il re dei Giudei
Il popolo stava a vedere; i capi invece lo deridevano dicendo:
A. «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
N. Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano:
A. «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso».
N. Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
– Oggi con me sarai nel paradiso
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava:
A. «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!».
N. L’altro invece lo rimproverava dicendo:
A. «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
N. E disse:
A. «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno».
N. Gli rispose:
☩ «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
– Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito
N. Era già verso mezzogiorno, e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse:
☩ «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito».
N. Detto questo spirò.
(Qui si genuflette e si fa una breve pausa.
Poi ci alziamo e rimaniamo in piedi.)
N. Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo:
A. «Veramente quest’uomo era giusto».
N. Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
– Giuseppe pone il corpo di Gesù in un sepolcro scavato nella roccia
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del Sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all’operato degli altri. Era di Arimatèa, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parascève e già splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
La nostra preghiera di oggi
Il racconto della passione di Gesù è la prova di un amore senza misura. Ora possiamo pregare il Padre nel nome del suo Figlio:
Salvaci, o Signore!
- Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Padre, perdona loro, non sanno quello che fanno»;
– accordaci la tua misericordia e rendici capaci di perdono. - Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Oggi sarai con me in paradiso» e hai fatto di un ladro il primo santo della storia;
– prepara per noi un posto nel tuo regno. - Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Figlio, ecco tua madre» e a tua madre: «Ecco tuo figlio»;
– conferma la tua chiesa quale madre di ogni credente. - Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Ho sete»;
– dona anche a noi la sete del Dio vivente. - Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?»;
– rendici capaci di sopportare il silenzio di Dio. - Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Tutto è compiuto»;
– concedici di compiere la nostra vocazione fino alla morte. - Signore Gesù, sulla croce tu hai detto: «Padre, nelle tue mani affido il mio spirito»;
– insegnaci ad abbandonarci in Dio nell’ora della morte e accogli, nella tua misericordia, (…… e) i nostri fratelli defunti.
(Tutti): Padre Santo, la croce di tuo Figlio sia la nostra forza di fronte alle contraddizioni e alle prove: la tua potenza agisca nella nostra debolezza come ha agito nella passione di Gesù, poiché egli è morto ma ora è Risorto e Vivente, nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Santo
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola che abbiamo ricevuto dicendo insieme:
Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà. (Mt 26,42)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: Isaia 42,1-9; 49,1-6; 50,13-53,12 le profezie sul servo sofferente.
Le letture di Domenica prossima, Pasqua di Resurrezione – anno C
Atti 10,34.37-43; Salmo 117; Colossesi 3,1-4 oppure 1 Corinti 5,56-8; Giovanni 20,1-9 oppure Luca 24,1-12.
Ecco il tuo re viene a te
(A. Schmemann, Le dimanche des Rameaux, pp. 23‑25)
Una settimana prima della Pasqua i credenti festeggiano la Domenica delle Palme. In questo giorno ricordano l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, ingresso ricolmo di gloria e di umiltà. Il popolo accoglie Gesù come un re, con esclamazioni di gioia e portando in mano rami di palma.
Il vangelo dice che «la città tutta fu in agitazione» (Mt 21,10), ma questo re non ha alcun potere se non quello dell’amore, non dona nulla se non libertà e gioia, non chiede nulla se non questo stesso amore e questa stessa libertà.
«Ecco il tuo re viene a te, mite» (Zc 9, 9). Questo testo del profeta Zaccaria è citato dal vangelo (Mt 21,5) e questa stessa profezia è letta durante la liturgia della Domenica delle Palme. Proprio in quest’incontro tra l’umiltà e la sovranità, tra il potere e l’amore, tra la gloria e la libertà, risiede il significato eterno di questo evento evangelico e insieme di questa festa. Come allora, anche il mondo attuale esalta il dominio, il potere, il successo, il conflitto. Allora come adesso, ciascuno vuol regnare sull’altro, comandare, dirigere, esaltare il proprio potere. «I re delle nazioni dominano su di esse, dice il Signore, e i grandi esercitano su di esse il potere. Non così dovrà essere fra voi» (Mt 20,25‑26). (…)
Gesù avanza verso Gerusalemme; è il Signore povero, che non ha pietra ove posare il capo. Invia due discepoli perché gli conducano un asinello, sul quale si siede: ed è qui tutto il suo trionfo, tutta la sua gloria. Gli vengono incontro folle immense e tutta la città risuona dei saluti tradizionalmente riservati al re: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!» (Mt 21, 9).
Gesù insegnava: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Tutto il suo insegnamento prova che non esiste alcun potere al mondo che possa spezzare dall’interno e asservire colui che conosce la verità e che in essa ha ottenuto la libertà. Si può trasformare un paese in una prigione e obbligare la gente a tremare per decine di anni. Giunge il momento in cui la verità trionfa e il potere trema. Bisogna di nuovo mobilitare gli schiavi del potere perché gridino: «Crocifiggete, annientate, chiudete la bocca a quei criminali!».
La Domenica delle Palme ci dice che il regno della libertà, dell’amore e della verità si è levato su questa terra. Cristo è entrato in una città di questo mondo. Ha insegnato che bisogna essere liberi qui ed ora, che bisogna amare qui ed ora, che ogni paura deve essere vinta dall’amore, che l’uomo realizza la sua eternità in questo mondo creato da Dio, ricolmo della bellezza di Dio.
Ogni volta che nell’ufficio di vigilie della liturgia orientale, la notte della Domenica delle Palme, in uno dei momenti più solenni e gioiosi, i fedeli che riempiono la chiesa innalzano i rami illuminati dalle candele e fanno nuovamente risuonare il grido: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!», in quell’istante non si fa semplicemente memoria di quello che avvenne tanto tempo fa, in un passato lontano. Con quelle parole i presenti promettono di essere fedeli all’unico re e all’unico regno, promettono di essere fedeli alla libertà, alla verità e all’amore che egli ha annunciato, o più semplicemente riaffermano e annunciano la libertà divina dell’uomo.
La Domenica delle Palme è la festa del regno di Dio che ha cominciato a manifestarsi. Certo, sappiamo che dopo la luce e la gioia di questo giorno, dopo questo trionfo e questa gloria ci immergeremo nella tristezza e nelle tenebre della Settimana Santa. I1 potere non dimenticherà e non perdonerà il trionfo di Cristo, lo condannerà a morte e farà di tutto per estirpare anche l’ultimo briciolo del suo terribile insegnamento, perché gli è insopportabile il suo appello alla libertà, all’amore e alla verità.
La Domenica delle Palme è «anticipazione della croce», come proclama un canto di questa festa, ma noi sappiamo già che dal profondo del Venerdì santo, sulla via del Golgota, mentre il Cristo sta andando verso la sofferenza e la croce, ci giungono le sue parole: «Padre, l’ora è venuta: glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te» (Gv 17,1‑2).