4ª DOMENICA DI AVVENTO – ANNO C
Ricordati di mettere il cellulare in modalità “aereo” per non disturbare e non essere disturbato.
Canto
Accensione della candela
Mentre viene accesa o portata la quarta candela dell’avvento un lettore dice:
Questa quarta candela, Signore,
è la luce della fede.
Tu vieni vicino
e noi possiamo incontrarti.
Nulla è più come prima:
la tua luce è entrata nella nostra vita.
Ti doniamo
quello che abbiamo di più prezioso,
Signore: la vita, il tempo,
perché la tua parola porti
frutto abbondante
di amore e di pace.
Atto penitenziale
Signore, che apri i nostri occhi, perdonaci se non abbiamo contemplato le meraviglie della tua misericordia; abbi pietà di noi.
Signore, Pietà!
Cristo, tu metti in noi un cuore nuovo, perdonaci se non siamo capaci di vivere la pienezza dell’amore; abbi pietà di noi.
Cristo, Pietà!
Signore, tu ci chiami a cooperare al tuo disegno di salvezza, perdonaci se non sappiamo dire: «si faccia in me secondo la tua parola»; abbi pietà di noi.
Signore, Pietà!
Colletta
Preghiamo.
Ciascuno formula in silenzio la propria intenzione di preghiera.
O Dio, che per attuare il tuo disegno di amore hai scelto l’umile figlia di Sion, dona alla Chiesa di aderire pienamente al tuo volere, perché, imitando l’obbedienza del tuo Figlio, si offra a te in perenne cantico di lode. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
LITURGIA DELLA PAROLA
Introduzione alla Liturgia della Parola
Le promesse di Dio non vanno mai a vuoto.
Il messia annunciato, che la prima lettura chiama «colui che deve essere il dominatore in Israele», giunge tramite la disponibilità di Maria al piano di Dio, come ci mostra il Vangelo.
La seconda lettura invece ci mostra che egli viene per adempiere il progetto di salvezza del Padre, per salvare cioè l’uomo mediante l’offerta non di «olocausti e sacrifici» ma del proprio corpo.
Prima Lettura Mic 5,1-4a
Dal libro del profeta Michèa
Così dice il Signore:
«E tu, Betlemme di Èfrata,
così piccola per essere fra i villaggi di Giuda,
da te uscirà per me
colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità,
dai giorni più remoti.
Perciò Dio li metterà in potere altrui,
fino a quando partorirà colei che deve partorire;
e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele.
Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore,
con la maestà del nome del Signore, suo Dio.
Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande
fino agli estremi confini della terra.
Egli stesso sarà la pace!».
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Salmo responsoriale 79 (80)
Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Tu, pastore d’Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull’uomo della tua destra,
sul figlio dell’uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,
facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Seconda Lettura Eb 10,5-10
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, entrando nel mondo, Cristo dice:
«Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato.
Non hai gradito
né olocausti né sacrifici per il peccato.
Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –
per fare, o Dio, la tua volontà”».
Dopo aver detto: «Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato», cose che vengono offerte secondo la Legge, soggiunge: «Ecco, io vengo per fare la tua volontà». Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo. Mediante quella volontà siamo stati santificati per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, una volta per sempre.
Parola di Dio. Rendiamo grazie a Dio.
Canto al vangelo (Lc 1,38)
Alleluia, alleluia.
Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola.
Alleluia, alleluia.
VANGELO Lc 1,39-45
Dal Vangelo secondo Luca
Gloria a te, o Signore.
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore. Lode a te o Cristo.
La professione di fede
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra e in Gesù Cristo, Suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente: di là verrà a giudicare i vivi e i morti.
Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
L’anima mia magnifica il Signore
Egli ha soccorso Israele, suo servo
La nostra preghiera di oggi
Vicini alla celebrazione del Natale, invochiamo lo Spirito del Signore perché ci aiuti a comprendere il mistero di Dio con l’uomo.
- Signore, tutta la creazione attende la trasfigurazione
– e geme e soffre fino ad oggi. - Signore, i popoli oppressi dalla logica della guerra
– attendono la pace e la giustizia. - Signore, la tua chiesa attende la venuta gloriosa
– e l’unione con te in un solo corpo nel regno. - Signore, la nostra comunità attende di formare un’unica famiglia
– nel servizio vicendevole. - Signore, gli anziani attendono un gesto,
– una parola di speranza e solidarietà. - Signore, i giovani attendono
– una risposta al loro desiderio d’amore. - Signore, i malati attendono la guarigione,
– la salute del corpo e la nostra comprensione. - Signore, ci sono uomini che non attendono più nulla,
– che non sperano più in nessuna salvezza. - Signore, insieme ai nostri defunti e a Carla, Filippo, Ezio, Livia
– attendiamo la tua seconda venuta.
(Intenzioni personali formulate nel silenzio)
(Tutti): Ti rendiamo grazie, o Dio, nostro Padre, per il tuo figlio Gesù Cristo: in lui tu vieni a visitare la nostra terra; con lui tutte le promesse si sono pienamente realizzate; attraverso di lui noi cantiamo il nostro «amen» alla tua gloria. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.
Canto all’offertorio
Prefazio
È bello renderti grazie
e unirci alla grande gioia
della casa di Zaccaria ed Elisabetta,
prima famiglia ad accogliere la ragazza di Nazaret
che hai reso Madre del tuo Figlio.
Nel suo grembo
è racchiuso il re della storia,
il Messia invocato dal popolo primo dell’Alleanza,
e che doni come Salvatore per tutti i tuoi figli.
Elisabetta, ripiena di Spirito,
diventa profezia che ricorda la tua fedeltà
alle promesse che hanno costruito la fede in Israele,
e sono ora patrimonio dell’umanità intera.
Maria, apre il suo cuore
magnificando il tuo amore,
e chiama ognuno di noi
ad aprirci allo stupore della tua presenza
e a contemplare la tua misericordia.
A questa festa di gioia
vogliamo unirci insieme all’assemblea celeste,
per cantare esultanti la tua lode:
Santo
Santo, santo, santo il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra sono pieni della tua gloria.
Osanna nell’alto dei cieli.
Benedetto colui che viene nel nome del Signore.
Osanna nell’alto dei cieli.
Agnello di Dio
Antifona alla comunione
Prima di accostarci al Pane Eucaristico, facciamo memoria del Pane della Parola:
Beata sei tu, Vergine Maria, perché hai creduto: in te si è compiuta la parola del Signore. (Cf. Lc 1,45)
Comunione
Canto finale
Per la preghiera a casa
Antifona alla comunione
Beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto. (Cfr. Lc 1,45)
Orientamenti per la preghiera
Leggere nella bibbia: la maternità come dono di Dio (Genesi 17,15-18,15; 1Samuele 1,1-2,1); Maria arca dell’alleanza (Esodo 40,34-39; 1Re 8,10-13; 2Cronache 5,11-6,2).
Dal testo “La Parola pregata” (di Franco Mosconi)
L’attesa di due madri
La scena dell’incontro che Luca ci presenta è di straordinaria suggestività: l’incontro delle due prossime madri, Maria ed Elisabetta. L’una e l’altra sono in attesa della nascita del figlio che portano nel grembo in forza della parola di Dio, quindi per grazia; la loro aspettativa è ricca di affidamento alla promessa divina; in particolare Maria ne è una vera incarnazione, come riconosce subito la cugina: «Beata colei che ha creduto» (v. 45). Ambedue riconoscono che Dio si è piegato su di loro con infinita benevolenza, non si attribuiscono nessun merito, non esibiscono nessun vanto: tutto è grazia.
L’incontro delle due madri e il linguaggio così naturale con il quale l’evangelista narra la scena e riferisce la loro gestazione, ci pone di fronte alla realtà umana, si potrebbe dire quasi fisiologica, del messia che Michea aveva annunciato con tanta nobiltà di parole e di accenti maestosi. Quest’aspetto dell’incarnazione di Dio, questa umiltà che contraddistingue il suo agire più autentico nelle vicende umane, è un grande motivo di speranza. Tutto, in questo racconto, è avvolto da una calda e intima gioia sponsale: le due donne sanno quanto è grande in loro l’intervento divino, ma soprattutto sanno di nutrire in grembo una vita che è preziosa, per loro, certo, quanto è sempre prezioso un figlio per la madre che lo porta, ma preziosa in un modo più arcano, più carico di destino per tutto il popolo. Scaturiscono di qui la gioia, la lode, ma sopra ogni altra cosa l’accoglienza più totale.
L’accoglienza della salvezza
Maria, la madre del Signore, non è solo colei che porta in grembo il Figlio di Dio, è anche e soprattutto colei che ha saputo accoglierlo. Di questa accoglienza sono indicati i tratti principali:
la fede («beata colei che ha creduto»),
la carità fattiva e servizievole («si mise in viaggio verso la montagna»),
la lode e la proclamazione dei gesti di salvezza compiuti in lei da Dio («l’anima mia magnifica il Signore»),
l’umiltà, il riconoscimento della propria povertà («ha guardato l’umiltà della sua serva»).
Maria è dunque per eccellenza la donna dell’attesa e dell’accoglienza: in lei sfocia e trova compimento l’attesa dei secoli, ma in lei abbiamo anche in maniera paradigmatica l’esempio di come accogliere Cristo Signore che viene nella storia, portato nel grembo verginale di lei. Davvero Maria sta alla radice della vita della Chiesa: ne è figura e modello, madre amatissima, ed è guardando a lei che ogni cristiano impara ad accogliere il Signore nella propria vita; la sua esemplarità è unica. Come Maria si pone davanti al Signore? «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38).
Allo stesso modo, ogni credente è chiamato a consegnarsi senza riserve alla volontà divina.
Questo atteggiamento di Maria, del resto, non farà altro che preparare la strada a quello che sarà l’atteggiamento del suo figlio di fronte al Padre. Ricordiamo le parole che la lettera agli Ebrei mette sulla bocca di Gesù: «Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (v. 7).
Notiamo inoltre che Maria attende il Signore ponendosi al servizio dei fratelli; l’episodio della visita ad Elisabetta è significativo. Mettersi al servizio della Parola, per lei, vuol subito anche dire condivisione e donazione, in una unità inscindibile che fa di lei, e di chiunque si pone in ascolto della Parola di Dio, un inviato agli altri fratelli.